1997-2017. Il Salone Satellite ha compiuto 20 anni…

Premessa.

Questo post fa parte di 3 articoli pubblicati su Design Street di commento a questo Salone del Mobile 2017 appena concluso. Gli altri due sono: Considerazioni sul Salone del Mobile 2017 e Considerazioni sul Fuorisalone 2017. Vi suggerisco di leggerli tutti per avere una visione più ampia e completa sull’evento di design più importante al mondo.


Il Salone Satellite

I nostri lettori sanno quanto Design Street sia attento ai nuovi talenti. Anzi. La nostra forza è proprio nel talent scouting, nel cercare, selezionare e proporre proposte sempre nuove, poco conosciute, spesso in anteprima. Questo grazie alla ricerca continua e alla nostra regolare frequentazione dei più importanti appuntamenti europei del design. Tra questi, il Salone del Mobile di di Milano e la sua appendice dedicata ai giovani: il Salone Satellite

Io lo lascio sempre per ultimo, solitamente il sabato mattina, per chiudere la settimana del salone in bellezza, con un’atmosfera fresca, giovani, frizzante e internazionale. Nonostante le delusioni degli ultimi anni, il mio ottimismo non si è ancora rassegnato. E non lo farà nemmeno questa volta, anche se viene messo a dura prova dalla delusione che purtroppo cresce di anno in anno.

Non lo farà perché comunque apprezzo l’idea della Fiera di portare in Italia i designer da tutto il mondo e soprattutto per doverosa gratitudine nei confronti di quei ragazzi che si sobbarcano spese esorbitanti per esporre al Salone Satellite di Milano, armati solo di passione, entusiasmo e voglia di emergere. Per loro è un sogno che si avvera. Ed essere presente è il mio modo per sostenerli.


Un format da cambiare

Dicevamo che il Salone Satellite ha compiuto 20 anni e, mi spiace dirlo, porta male i suoi anni… Io lo seguo dalla prima edizione e negli ultimi tempi ho notato (mio malgrado e con grande dispiacere) lo stanco ripetersi di un format che mi piace sempre meno.

Perché? Perché trovo che le sue proposte non siano all’altezza della fiera del design più importante a mondo. Perché trovo che sia una grande opportunità sprecata. Perché è pensato come una piccola fiera dei giovani designer e non un grande festival del design internazionale…

Da quando? Da quando ho iniziato a frequentare fiere e design festival in tutta Europa (da Londra a Parigi, da Stoccolma a Colonia, passando per Berlino…), dove ho scoperto eventi analoghi (molto interessanti) e conosciuto giovani designer di altissimo livello.

La causa? La causa secondo me sono le maglie troppo larghe della selezione che, insieme ai bravi designer, lasciano passare anche chi non lo merita, abbassando cos’ il livello generale e danneggiando l’immagine del Salone Satellite oltre che quella dei migliori talenti che ogni anno vi espongono (come dimostrano i grandi nomi internazionali usciti dal Satellite in questi 20 anni).


Una modesta proposta…

Cosa fare? Capisco che la gestione di questo grande evento non deve essere affatto semplice, ma io credo che un’istituzione così importante e autorevole come il Salone del Mobile di Milano dovrebbe: punto 1, cambiare dopo 20 anni un format che non sembra più adeguato ai tempi e punto 2, assumere un approccio più innovativo e più consono al suo ruolo di faro internazionale del design.

I modi sono diversi. Io ne suggerisco uno che a mio avviso darebbe all’organizzazione il prestigio e l’autorevolezza che meriterebbero.

Si potrebbe trasformare l’evento da copia (in piccolo) della fiera, a “Olimpiade del design” o, più verosimilmente, a premio internazionale per giovani talenti. Penso ad esempio ai festival indipendenti del cinema: Venezia, Cannes, Sundance, Tribeca…

Di seguito i 5 punti della mia proposta:

1. GIURIA INDIPENDENTE

Creare una giuria autorevole e indipendente, con un presidente a rotazione (in carico solo 1 anno). Evitando quindi i soliti nomi ormai talmente presenzialisti da sembrare più politici che designer.

2. SELEZIONE DEI DESIGNER

Selezionare un numero minore di designer. Quelli presenti oggi al Salone Satellite sono troppi e la quantità va a discapito della qualità.

3. PATECIPAZIONE GRATUITA

Dare la possibilità a tutti i designer selezionati di accedere gratis al Satellite, così da premiare anche i tanti giovani meritevoli che non possono permettersi tutte le spese necessarie (partecipazione, viaggio, vito, alloggio, costi di trasporto e di allestimento…). Al massimo, si potrebbe chiedere ai designer un rimborso spese forfettario, non superiore ai 500€.

4. IL PREMIO

Offrire un premio, anche in denaro, ai designer vincitori delle varie categorie. Sarebbe uno stimolo per tutti, renderebbe ancora più autorevole l’evento a livello internazionale.

5. LA LOCATION

Utilizzare uno spazio diverso per il Salone Satellite. Il Padiglione 22 della Fiera, che lo ospita, è troppo grande e dispersivo. Adatto agli stand di 500, 1000 mq dei grandi brand ma totalmente inadeguato per i piccoli box (4×4?) dei singoli designer, che spesso sono semivuoti, non avendo la possibilità economica di allestirli in maniera più adeguata. Uno spazio più intimo e raccolto metterebbe sicuramente in risalto i loro lavori.

Solo così, a mio parere, si potrà trasformare il Salone Satellite da evento commerciale (dove chi ha la possibilità paga, espone, trova potenziali contatti per il suo business) in evento culturale (dove i migliori, anche chi ha molto talento ma pochi mezzi, si ritrovano e competono per la vittoria). Ti selezioniamo, ti ospitiamo, di premiamo, ti lanciamo nel mondo del design. Questa è la mia idea, ma ovviamente ce ne possono essere tante altre. Purché si faccia qualcosa per cambiare, e lo si faccia con una visione culturale e non solo commerciale.


Cosa ne pensate?

Avete visto il Salone Satellite? Cosa ne pensate? Sarei lieto di avere un vostro parere (anche discordante, ovviamente) così come mi piacerebbe un confronto con gli organizzatori. L’importante è fare qualcosa e farla presto, prima che città dinamiche come Londra o Stoccolma ci rubino lo scettro del Design!

Massimo Rosati

Author

Sono architetto, giornalista e blogger. Sono consulente strategico di design management e di comunicazione del design. Aiuto i business innovativi a crescere e a raggiungere i propri obiettivi nel modo più rapido, economico, efficace. Scopri di più sul mio sito ww.massimorosati.it Se pensi che posso essere d'aiuto anche a te, contattami qui: [email protected]

4 Comments

  1. Ciao Massimo,
    Io sono un giovane designer…diciamo che ci provo. Ho conosciuto il salone del mobile durante un corso e mi sono innamorato, profondamente, e mi sono innamorato follemente anche del salone satellite, che è sicuramente altro rispetto al salone vero e proprio. Ho amato il punto di vista di ricerca ideologica che viene fatta nel pad 22, e ho trovato alcune soluzioni o prospettive fantastiche nell’approcciarsi al design, cioè alla soluzione di problemi.
    Quest’anno non ho avuto modo di visitare il salone, e ho passato 5 giorni di sofferenza vedendo aggiornamenti continui relativi a quello che accadeva a Milano, ma già l’anno scorso avevo notato effettivamente un impoverimento dei concetti alla base del salone satellite, sembrava di vedere un topolino su piazza Tienamen, un immenso spazio che non si riusciva a gestire e colmare, anche visivamente non c’era l’impatto e la forza dinamica che si sentiva negli altri padiglioni della fiera.
    Per quanto riguarda la riforma che tu proponi io da piccolo e squattrinato giovane designer non potrei che essere favorevole. Ho passato l’ultimo anno a ragionare, riflettere, disegnare, e pensando anche spesso a quanto sarebbe gratificante poter esporre al salone satellite. Ovviamente l’unica cosa che manca in questo insieme di pensieri sono i fondi per poter partecipare e mettere in piedi una partecipazione, mi ero informato, avevo ricevuto delle comunicazioni in merito, ma i costi sono davvero proibitivi.
    E se mi permetti alzo ancora un po’ di più la posta; sono risciuto a svolgere alcuni piccoli lavori, per amici all’inizio ovviamente, e mi avrebbe fatto piacere poter almeno sottoporre a qualche testata, sito, blog, fanzine o ciclostilatore i progetti che avevo elaborato e la loro riuscita, e invece nostante io abbia cercato un modo per poterli almeno inviare non ho trovato nessun canale attraverso il quale poter sottoporre le mie elucubrazioni a qualcuno che se ne intenda in materia, anche solo per sentirmi dire “guarda non hai capito niente de designtorna a fare il pelapatate”. Il vuoto più assoluto, che in una città come Roma, dove abito e lavoro, mi ha veramente lasciato preoccupato. Io continuo a fare il mio, cercando di dare la mia interpretazione ai problemi che vedo intorno a me, e cercando di sviluppare nel mio piccolo il design. Felice di seguirvi e di confrontarmi con voi.

    • Ciao Simone. Condivido la tua amarezza. Da anni noi di Design Street denunciamo questa situazione e, nel nostro piccolo, promuoviamo i designer meritevoli. Speriamo che le cose cambino!
      Per qualunque parere, consiglio, proposta, siamo a tua disposizione!

  2. Ciao Massimo,
    condivido in pieno le tue opinioni, soprattutto su come si potrebbe portare a un livello avanzato l’evento, dando una voce maggiore ai giovani designer.
    Quando scrivi riguardo ai costi:”dare la possibilità a tutti i designer selezionati di accedere gratis” intendi che alcuni dei selezionati, magari scelti tra una rosa dei migliori, possono esporre gratuitamente e i restanti scelti invece pagano, oppure tutti i selezionati attualmente devono corrispondere una quota per avere uno spazio? Pensavo che per i giovani designer, superata la sezione, i costi dello stand fossero pari a zero, forse avevo letto male un articolo online di qualche tempo fa’. Un saluto, Carlotta

    • Ciao Carlotta. Purtroppo i designer pagano caro il loro spazio all’interno del Salone satellite. E questo fa una selezione basata sul reddito e non sul talento. Io credo che i designer dovrebbero esporre gratis, dopo essere stati selezionati da una giuria indipendente di qualità. O quantomeno accedere a un prezzo “politico”. Grazie per seguirci….

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