Mario Bellini e la storia della Programma 101, il primo personal computer al mondo

Incontro con Mario Bellini, classe 1935, organizzato da Corriere Innovazione presso la nuova sede di Sorgenia a Milano, per un racconto sul suo lavoro di architetto e designer, partendo dalla famosa Programma 101, poi abbreviata in P101, della Olivetti.

Era il 1965 quando un giovanissimo Bellini riceve l’invito di Roberto Olivetti, per la riprogettazione di una macchina da calcolo da tavolo, le cui prime versioni troppo ossequiose del funzionamento e del contenuto meccanico, non convincevano.

Invece, l’approccio umanistico e umanizzante, che segnerà tutta la sua carriera, porta Mario Bellini a sviluppare una soluzione che pone la relazione fisica e psicologica come dimensione privilegiata di analisi ed elaborazione, secondo il principio che dal computer alla sedia, deve essere riconosciuta e valorizzata la persona.

La soluzione convince in pieno la Olivetti, che porta la Programma 101 in mostra negli USA, raccogliendo consensi e vendite -persino alla NASA per il calcolo del primo allunaggio-, al punto da indispettire e preoccupare l’industria americana, ritenuta non del tutto estranea ai successivi accadimenti che, come noto, colpirono in seguito l’azienda di Ivrea.

La mattinata è occasione anche per illustrare tutta l’opera del maestro. A partire dalla sedia Cab, vera icona dell’arredamento italiano, che nella versione a braccioli raggiunge la massima espressione. Per passare al prototipo della ormai celeberrima Kar-a-sutra, antesignano dei monovolume di oggi. Passando per una lunga serie di progetti e realizzazioni di architettura in Italia e all’estero, per i quali il grande progettista tiene a ribadire la propria scelta di operatore libero, che lo portò a rifiutare anche l’invito di un giovane Steve Jobs ad entrare in Apple nei primi anni Ottanta.

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