Enzo Mari ci ha lasciato all’età di 88 anni. Per ricordare il grande padre del design italiano, ecco le sue icone più celebri.

“Siate umani. Fate quel poco che riuscite a fare, ma fatelo per tutti”. 

È con queste parole che ricordiamo Enzo Mari, il grande padre del design italiano che ci ha lasciato durante la notte del 19 ottobre 2020 all’età di 88 anni.

Autore di circa 2000 progetti, vincitore di 5 Compassi d’Oro, sperimentatore infaticabile e teorico appassionato, Enzo Mari non solo ha firmato alcune fra le più celebri icone del design, è stato anche e soprattutto una voce autorevole per i progettisti contemporanei. “La coscienza dei designer”, come disse Alessandro Mendini.

Al centro del suo lavoro un design spogliato del superfluo, funzionale ed efficiente. Un design etico e democratico pensato innanzitutto per la gente. Un design umano, appunto.

Ecco le sue icone più celebri.


16 animali, Danese (1957)

“Un giorno, dunque, mi faccio venire la folle idea di realizzare un puzzle con 16 animali, tutti diversi e riconoscibili a prima vista – elefante, ippopotamo, serpente, orso, giraffa, rinoceronte – che s’incastrino perfettamente l’uno con l’altro. Un progetto, come mi capita sempre, molto lungo e complicato…”. Così Enzo Mari racconta 16 animali, il suo gioco di costruzioni ispirato ai giochi in legno scandinavi. I 16 animali sono ricavati da un’unica tavola in legno massello di rovere, possono essere composti in un puzzle oppure stare in piedi. Diverse modalità di gioco pensate per stimolare l’immaginazione dei più piccoli.

16 animali è prodotto da Danese in una tiratura limitata di 200 esemplari l’anno. Fa parte della stessa famiglia il gioco 16 pesci.


Centrotavola Putrella, Danese (1958)

Una trave in ferro grezzo curvata agli estremi. È con questa piccola modifica che Putrella trasforma un elemento dell’edilizia, utilizzato nelle strutture portanti, in un oggetto per la casa bello e funzionale. Un po’ centrotavola, un po’ portafrutta, un po’ vassoio. Ma anche una scultura dalle forme pure e rigorose. La forza del progetto è nel portarci a guardare le cose intorno a noi con uno sguardo diverso. “Questo oggetto è la sintesi di quello che è o dovrebbe essere il design. Perché non è altro che intervenire con una scelta di eleganza su un semilavorato industriale”, spiega Mari.

Putrella è realizzato in ferro verniciato trasparente, ed è proposto in un’edizione limitata di 100 esemplari l’anno.


Stampe serigrafiche Uno, La Mela / Due, La Pera, Danese (1963)

Una mela. Una pera. Due soggetti archetipici riportati alla loro essenza più pura. Già, come racconta Enzo Mari, “La Mela non è una mela ma la mela”. Una mela che rappresenta tutte le mele del mondo. Un simbolo senza tempo che ha richiesto a Enzo Mari un anno di lavoro. “Uno, La Mela” e “Due, La Pera” di Enzo Mari, così come tutte le stampe serigrafiche de “La Serie della Natura”, nascono con l’idea di rendere l’arte seriale e, quindi, accessibile. Per portare il bello nelle case di tutti.

Nel 2020 le serigrafie “Uno, La Mela” e “Due, La Pera” di Enzo Mari diventano protagoniste di una collezione di taccuini di P diPigna e Danese. Un progetto creato a quattro mani da Giulio Iacchetti, Direttore creativo di Danese, e Matteo Ragni, Direttore creativo di P diPigna, il nuovo brand di Pigna dedicato allo stationery per adulti.


Calendario perpetuo Timor, Danese (1967)

Un calendario che richiede attenzioni ogni giorno. Un oggetto che ci stimola a prenderci cura delle cose. Parliamo di Timoril calendario perpetuo firmato da Enzo Mari nel 1967 ispirato alle segnaletiche ferroviarie“I calendari perpetui presentano sempre alcune difficoltà sostanziali: occorre ricordarsi di aggiornarli ogni giorno, richiedono interazione”, spiega Mari. Il progetto nasce in risposta al consumismo dell’Italia del boom economico. A differenza dei classici calendari di carta usa e getta, Timor dura infatti una vita intera.

Il calendario Timor è costituito da fascette in PVC apribili a ventaglio, fissate a un perno centrale, con palette che identificano mese, numero e giorno della settimana.


Cestino In Attesa, Danese (1971)

In Attesa. Non poteva esserci nome migliore per questo cestino gettacarte disegnato da Enzo Mari nel 1971. Un cilindro in polipropilene stampato a iniezione, con una particolarità: un taglio trasversale della base che crea una inclinazione del contenitore. Per essere certi di non sbagliare la mira. 


Sedia Sof Sof, Driade (1971)

50 anni e non sentirli. Rieditata da Driade nel 2015, la sedia Sof Sof è stata disegnata da Enzo Mari nel 1971. Cuore del progetto è la struttura scultorea composta da 9 anelli in tondino di acciaio, che costituiscono sia il piano della seduta che quello dello schienale. Una struttura grafica su cui poggiano due cuscini ultra soffici, in schiuma di poliuretano a densità variabile, che assicurano il massimo comfort.


Tavolo Frate, Driade (1973)

Piano in cristallo, struttura in profilati di acciaio collegati da una trave in massello di faggio. Le parole chiave del tavolo Frate sono: essenzialità, eleganza e flessibilità. I tavoli sono disponibili in diverse altezze, lunghezze e profondità. Una varietà di proposte che offre differenti possibilità di utilizzo: dal pranzo al lavoro. Disegnato nel 1973, Frate è un tavolo di grande attualità. La sua versatilità interpreta, infatti, al meglio i confini fluidi dell’abitare contemporaneo.


Sedia Tonietta, Zanotta (1985)

“Volevo disegnare una sedia il più semplice possibile, quasi ovvia, non un oggetto diverso a ogni costo”, racconta Enzo Mari a proposito di Tonietta, la sua sedia per Zanotta. La sua ricerca di forme essenziali lo porta a confrontarsi con le sedie Thonet, a suo avviso “quelle che meglio incarnano l’idea di immagine archetipica fra le sedie moderne”. Il risultato è una sedia semplice nella forma, ma complessa nella tecnologia. Tonietta ha richiesto quattro anni di lavoro, contrassegnati da un’intensa attività di ricerca ingegneristica. La pressofusione dell’alluminio era, infatti, all’epoca un processo costoso e poco sperimentato per la struttura di una sedia domestica.

Tonietta ha vinto il Compasso d’Oro nel 1987.


Author

Una laurea in Lettere Moderne e un amore sconfinato per il design. Mi occupo di comunicazione, creando contenuti per agenzie di comunicazione, studi di design e aziende di arredamento.

2 Comments

  1. Complimenti per l’articolo. Molto esplicativo su un grande personaggio recentemente scomparso. Vorrei, però, far notare che la foto della sedia denominata “Tonietta” non rappresenta la suddetta sedia. Grazie. Giorgio

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