Vespampère è la nuova visione dell’oggetto status simbol dell’Italia, la Vespa. Perchè diciamolo, ancora chi vive fuori da questo Paese, immagina gli italiani come quel popolo felice, sorridente e spensierato sopra le proprie Vespe.
Quando se ne parla, penso sempre alla tipica immagine del film “Vacanze Romane”. Ma adesso la mitica Vespa vuole guardare avanti.

Il noto designer italiano Giulio Iacchetti ne da una propria interpretazione. La Vespa diventa elettrica, con un design super pulito e dalle linee sottili, esattamente come se fosse uscita da un disegno stilizzato.

Il design di Vespampère

Snella e minimale, un design perfetto per esaltare l’idea ecologica della nuova Vespa.

Dal tradizionale disegno del 1946, dall’immagine delle tipiche Vespe del Neorealismo, a quello che oggi la tecnologia rende reale. Un passaggio molto chiaro di come il design non è solo tavoli e sedie, ma è tutto quello che ci circonda, al passo con i tempi.

Vespampère mantiene gli elementi che più caratterizzano la Vespa: il faro anteriore circolare, la forma aerodinamica e allungata. Un classico, c’è poco da dire.

Cosa c’è di nuovo in Vespampère?

Il motore a gas, pesante e ingombrante, viene sostituito da quello elettrico, che oltre all’aspetto ecologico, regala la possibilità di dare una forma nuova al mezzo.

In più la Vespa sposa tutte le nuove esigenze del conducente, incorporando nuove tecnologie: tutti i comandi, il tachimetro e l’indicatore del livello del carburante si collegano all’app dedicata, e il cruscotto permette di alloggiare il proprio smartphone in assoluta comodità e sicurezza.

www.giulioiacchetti.com

Author

Chiara Gattuso vive a Milano, ma porta nel suo cuore il calore della sua Palermo. Specializzata in Storia dell’Arte e laureata in Disegno Industriale a Palermo e in Design del Prodotto per l’innovazione al Politecnico di Milano, si occupa soprattutto di giovani designer.

5 Comments

  1. Bello il design dei particolari, troppo stravolto quelle delle curve primordiali del mezzo.
    Da possessore di una GL del 63′ e da designer, non la comprerei.
    Credo sarà un flop come lo è stato a suo tempo la Motò di Aprilia, solo i dati tecnici potranno salvarla, ma anche qui sappiamo che le Giapponesi faranno la differenza.
    Peccato

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