Come ho già scritto diverse volte, le mie fiere preferite sono quella di Londra, a settembre, e quella di Stoccolma, a febbraio. Oltre a quella di Milano, ovviamente, a metà aprile, che resta sempre la n. 1 per vastità di offerta e per la quantità di novità presentate.

Frequento questi appuntamenti da tanto tempo ormai (Milano, da oltre 20 anni!), pregustandomeli e aspettandoli come se fossero i “campionati del mondo” del design. Ma si sa: quando si caricano gli eventi di aspettative, la delusione è dietro l’angolo, pronta a palesarsi quando meno te l’aspetti.

È successo così con la fiera di Londra che, ahimé, ho molto criticato in uno degli ultimi editoriali. E con questa delusione ancora nel cuore, sono partito per Stoccolma, temendo di rivivere quella brutta sensazione.

Sbagliato!

E oggi sono strafelice di sostenere che Stoccolma si conferma, ancora una volta, la più bella e la più stimolante delle fiere europee. Non solo si è dimostrata (come ogni anno) all’altezza delle aspettative, ma quest’anno le ha di gran lunga superate, raddoppiando addirittura gli spazi.

Mi spiego meglio.

Dovete sapere che la fiera di Stoccolma si divide in 3 grandi aree: il padiglione “A”, quello dedicato al “design e all’illuminazione nordica”, sempre spettacolare; il “B” (che è sempre stato il fratello povero e di un livello decisamente inferiore al primo); e il “C”, tradizionalmente destinato al “classico” (che però, a differenza del nostro che tende ad un “finto antico” di  gusto discutibile, è rappresentato da un più che dignitoso country-folk nordico, per noi addirittura molto chic…).

Ebbene, dopo aver visitato il padiglione “A” e dopo aver commentato, tra me e me, che anche quest’anno il livello era sempre ben alto, mi sono affacciato, quasi per caso al “B”, che solitamente visito di fretta e solo se mi resta tempo.

Ebbene, grande è stata la mia sorpresa nel trovarmi di fronte ad una seconda, grande area pullulante di ottimo design: uno spazio bello come, e forse più del primo.

Una sorpresa che mi ha fatto pensare tre cose.

Primo, che la Stockholm Furniture & Light Fair è diventata oggi, a pieno titolo, la prima fiera nel Nord Europa.

Secondo, che gli organizzatori hanno capito che la fiera sta guadagnando sempre più l’attenzione del pubblico internazionale e quindi ci stanno investendo parecchio: sia in termine di spazi, sia di qualità.

Terzo, che sempre più aziende “design oriented” trovano nella capitale svedese un’ottima vetrina, sia per motivi di immagine, sia per ragioni commerciali.

La forza di questa fiera sta proprio nel suo altissimo livello: e questo si mantiene solo facendo una grande selezione all’entrata. Non solo per ospitare i grandi nomi, che pur sono necessari. Ma anche e soprattutto facendo scouting, per dare spazio a nuove aziende e a giovani talenti.

E in questo, la fiera di Stoccolma, è davvero avanti a tutte. Milano compresa (purtroppo)!

PS.

Il quarto padiglione, stavo quasi dimenticando, che non a caso si chiama “Greenhouse” (serra) è lo spazio dedicato alle scuole di design (una trentina, da tutta la Scandinavia e dai paesi baltici) e ai giovani designer, una sessantina da tutto il mondo (zero italiani quest’anno…).

Uno spazio che ti fa tornare la fiducia nel futuro dei giovani designer e che anche qui (di nuovo devo dire purtroppo) avrebbe diverse cosette da insegnare al nostro “prestigioso” Salone Satellite. Vedere per credere!

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Design Street seleziona e racconta ogni giorno le idee più innovative e i migliori prodotti di design da tutto il mondo. Design Street è considerato uno dei più autorevoli blog indipendenti dedicati al design contemporaneo. Design Street ha vinto per ben 2 volte il premio "Best Design Media": nel 2017 e nel 2020.

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