Materiali grezzi e tattili, colori caldi e naturali, linee essenziali ed eleganti. Alla scoperta di Casa Rude, il luminosissimo appartamento nella periferia Sud di Roma firmato STUDIOTAMAT.

Sono i materiali i protagonisti di Casa Rude, l’appartamento di ispirazione brutalista affacciato sulla Riserva Naturale di Castelporziano, nella periferia Sud di Roma, ristrutturato da STUDIOTAMAT. Una luminosa abitazione di 120 metri quadri, con grandi vetrate e uno spazioso terrazzo, progettata con un’idea ben precisa: permettere ai proprietari di vivere a stretto contatto con la natura.

Siamo originari della Sicilia e sentivamo il bisogno di riconnetterci con la natura, per questo ci siamo trasferiti dal centro in un’area più marginale, circondata dal bosco e non lontana dal mare”, raccontano i proprietari dell’appartamento. “Da quando abitiamo a Roma abbiamo sempre vissuto in appartamenti di piccole dimensioni, angusti e con materiali artefatti. Volevamo una casa luminosa, aperta, che privilegiasse l’unicità – a volte anche imperfetta – dei materiali”.

Da queste esigenze ha preso forma Casa Rude, chiamata così proprio per la matericità delle sue superfici. A guidare STUDIOTAMAT nella progettazione è stato il desiderio di valorizzare i materiali e i dettagli preesistenti dell’edificio a terrazzamenti, risalente agli anni ‘80, che ospita l’appartamento. Per questo lo studio ha mixato texture differenti, esaltando l’esperienza tattile dell’architettura: dal cotto della cucina alla resina a terra, fino alla parete in mattoni forati che divide il living dallo studio. Mentre le pareti e i soffitti sono stati trattati con un rasante alleggerito con microsfere di vetro riciclate, che rende le superfici eterogenee.

Un progetto sartoriale

Concepita come un loft, la zona giorno ospita l’ingresso, il soggiorno, la sala da pranzo e la cucina. Un grande ambiente unico con pareti non finite e una pavimentazione continua in resina, in cui si staglia un imponente cubo in legno di betulla che nasconde al suo interno la dispensa, un’armadiatura e una libreria con la tv.

Il lavoro sartoriale fatto sugli interni si estende agli arredi, realizzati su misura. Il tavolo da pranzo è composto da un piano in legno bruciato con la tecnica giapponese Shou Sugi Ban, sostenuto da una gamba in ceramica e due lamiere in ferro grezze. La scrivania poggia su una ruota in legno che scorre su un binario nascosto all’interno della libreria. Il divano in muratura è tagliato sulla fisicità dei proprietari. La cucina, con isola interamente rivestita in cotto e piano di lavoro in marmo Patagonia, integra i pilastri di cemento armato.

Una porta a bilico in lamiera forata divide la zona giorno da quella notte, dove trovano spazio la camera degli ospiti, la camera padronale con bagno in camera, il bagno principale con vasca e la cabina armadio.

Cuore della camera padronale è la parete attrezzata in legno di noce che funziona da filtro. Al suo interno accoglie, infatti, due porte in vetro cannettato che permettono di collegare il bagno alla stanza, o di lasciare di pertinenza soltanto il vano con il lavandino freestanding. Il terrazzo si estende per tutto il lato sud-ovest dell’appartamento, offrendo una vista spettacolare.

Un frangisole scherma la zona tecnica degli impianti e funge da quinta per la doccia esterna con accesso diretto alla camera da letto, rendendo evanescenti i confini tra interno ed esterno.

Foto: Serena Eller Vainicher. 

Author

Una laurea in Lettere Moderne e un amore sconfinato per il design. Mi occupo di comunicazione, creando contenuti per agenzie di comunicazione, studi di design e aziende di arredamento.

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