Dal 30 settembre all’8 ottobre 2023 la Chiesa di Sant’Ambrogio della Vittoria di Parabiago ospita Antìtesi, la mostra collettiva curata da BeAlpha, l’associazione fondata da FORO Studio. A legare i progetti, la figura retorica che dà il nome all’esposizione. 

Riconsiderare la nostra percezione degli oggetti. È questo l’invito di Antìtesi, l’esposizione curata da BeAlpha (associazione fondata da FORO Studio) in collaborazione con La Fabbrica di Sant’Ambrogio, in programma dal 30 settembre all’8 ottobre 2023 nella Chiesa di Sant’Ambrogio della Vittoria di Parabiago, vicino Milano. Una selezione di oggetti “ambigui” pensata per scuotere le nostre aspettative attraverso l’uso di forme, funzioni e materiali inattesi. Come avviene nella figura retorica che dà il nome alla mostra, sono infatti le contrapposizioni di senso a dare forza ai progetti. Una serie di contrasti netti che, nel suscitare un forte impatto emotivo, si propone di provocare delle riflessioni sul design contemporaneo.

Il confronto con la potente figura retorica dell’antitesi ci ha portato a conoscere i molteplici approcci dei partecipanti che ci hanno svelato progetti volutamente ambigui e, quindi, capaci di stimolare profonde riflessioni”, afferma FORO Studio. “Il nostro obiettivo è stato quello di dare vita a una raccolta di narrazioni che esplorano l’approccio verso un mondo in continua evoluzione, abbracciando la consapevolezza della natura mutevole dell’esistenza, attraverso la forza evocativa della figura retorica dell’antitesi. L’arte del design sarà la nostra voce contraddittoria, insegnandoci a comprendere e apprezzare l’armonioso dualismo tra concetti opposti, dove il contrasto e l’armonia vivono per mezzo dell’atto creativo”.

I designer in mostra

Sono più di 40 i designer, artisti e maker che esporranno le loro opere tra gli affreschi della Chiesa di Sant’Ambrogio della Vittoria. Ecco alcuni progetti.

Slam Chair, design Emanuele Lanzi, Marco Corsi e Gianmarco Guarascio

Un incrocio tra un canestro da basket e una sedia. È Slam Chair, il progetto firmato da Emanuele Lanzi, Marco Corsi e Gianmarco Guarascio. Il concept si basa sull’indagine di un comportamento molto diffuso: l’utilizzo della sedia come “contenitore” di vestiti troppo sporchi per l’armadio ma troppo puliti per la lavatrice. Un’abitudine che qui si traduce in un elemento d’arredo ibrido: gioco ma al tempo stesso contenitore funzionale.

Up and Down, design Caterina Valletta

Up and Down di Caterina Valletta è un set di posate che unisce estetica e funzionalità. Il cuore del progetto è in un dettaglio: una curva creata sotto la lastra in acciaio che solleva le posate, così da non toccare la superficie del tavolo ed evitare di sporcare la tovaglia. Lo stesso dettaglio permette, inoltre, di impilare le posate una volta riposte nel cassetto, semplificando l’organizzazione degli spazi interni.
Il progetto si basa sullo studio degli archivi delle prime posate risalenti all’Impero Romano e sull’evoluzione che hanno avuto nel corso del tempo. 

Tapis Autoportrait, design Atelier Macramè

Tappeto o specchio? Entrambe le cose! Tapis Autoportrait può, infatti, essere appeso alla parete oppure impreziosire il pavimento. Un complemento ibrido che contrappone la rigidità dello specchio e la sua classica posizione verticale alla morbidezza del tessuto taftato e alla sua orizzontalità. 

Wallis, design EBE&SOLUM

È la circolarità il fulcro di Wallis, la poltroncina di EBE&SOLUM. Il telaio è realizzato con tubolari in ottone cromato, alluminio e ferro avvitati tra loro. 25 metri di cinghia elastica avvolgono la struttura, creando un disegno continuo. Un infinito che richiama l’economia circolare, cuore di tutto il processo creativo.
Wallis è flessibile, leggera
e facilmente smontabile e rimontabile, garantendo il riutilizzo dei materiali. Sia il telaio sia le cinghie elastiche sono realizzati con materiali di recupero.

Tuboo, design Plam Creative Studio

Tuboo è nato in occasione dell’allestimento temporaneo per Climate Wunderkammer, archivio collettivo open source. La seduta, realizzata in tubi di pvc, è stata progettata secondo la tecnica giapponese della piegatura del bamboo. La leggerezza e resistenza del materiale rendono la seduta facile da assemblare, disassemblare e trasportare.
Tuboo è pensata per essere costruita con scarti di produzione delle aziende manufatturiere o rimanenze dei cantieri edili. Il sistema di aggancio tra i moduli utilizza un tendicavo standard in acciaio di facile reperibilità. Il progetto open source è potenzialmente ripetibile da chiunque.

Gli altri designer che prendono parte alla mostra sono: AGA/Sign, Alice Crepaldi, Andreas Palfinger, Angelika Grzegorczyk, Anna Dietzel, Ava Wolff, Cristina La Porta Studio, Daniela Deluca, Deniz Yenidogan, Eleonora Novati e Antonin Demont, Ercole Design, Francesca Caronna, Francesca Pennesi, Gianni Puri, Giulia Pirrello, Jonathan Bocca, Lorenzo Leo, Luxuramics, Madam Bozarjiants by Designbureau, Mamt, Marina Comerio, Martina Moriondo + Valentina Bresciani, Massinelli Design, Michelangelo Bove, Miguel Reguero Studio, Millim Studio, Myyelle Karmi, Morellini Lab, Silbenni, Sonia Gasparini, Space Travellers Architects, TheFORMA, Ylaria Pavone Studio.

I prodotti in mostra possono essere acquistati sul sito nonahora.com, uno shop online che offre una collezione sempre aggiornata di oggetti realizzati da design maker, artigiani e marchi indipendenti.

Author

Una laurea in Lettere Moderne e un amore sconfinato per il design. Mi occupo di comunicazione, creando contenuti per agenzie di comunicazione, studi di design e aziende di arredamento.

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