La settimana scorsa ho avuto il privilegio di fare una visita eccezionale: sono stato invitato a Roma, insieme a un ristretto gruppo di blogger e giornalisti internazionali, all’evento “Who lights the past, lights the future”. Un nome indovinato per un’esclusiva visita guidata alla celebre Domus Augustea, sul colle Palatino, e all’adiacente casa di Livia, moglie prediletta dell’imperatore.

L’illuminazione delle due dimore, con gli splendidi affreschi che vi sono custoditi, è stata appena ultimata dagli architetti e lighting designer Carolina De Camillis e Riccardo Fibbi in collaborazione con Linea Light Group, azienda leader nella progettazione di prodotti, sistemi e soluzioni illuminotecniche. Un progetto davvero ben studiato.

Ho trovato incredibile quanto siano ancora visibili e dettagliate le pitture delle camere da letto, all’interno della casa privata dell’Imperatore.

Alcuni affreschi nella Domus Augustea

 

Fantastici i colori, dominati dalla forza vitale del rosso pompeiano, straordinari i soggetti: maschere, ghirlande, statue, animali. Ma sopra tutto, la cosa che mi ha colpito di più, è il senso di prospettiva che gli artisti romani sono riusciti a dare alle decorazioni. Non solo a quel tempo possedevano già dettagliate nozioni di prospettiva, ma grazie a immaginarie finestre, a porticati a pergole sapientemente dipinte, sapevano creare inaspettate profondità, accompagnando lo sguardo verso giardini, fontane, paesaggi bucolici e scorci urbanistici di città romane…

Uno scorcio su un paesaggio urbano di oltre 2000 anni fa

 

 

La cosa che più ho apprezzato, è vedere quanto l’impianto di illuminazione sia risultato discreto e rispettoso della bellezza con cui interagisce. Discreto perché finalmente non si è dimostrato invasivo. Al contrario, scompare quasi alla vista, integrandosi in maniera delicata all’interno del sito archeologico. Rispettoso in quanto lascia alla bellezza delle dimore il ruolo da protagonista; mettendosi in disparte, giocando con la penombra, ma facendo risaltare in modo emozionante una storia che ci porta indietro a 2000 anni fa.

Lievi pennellate di luce creano un’atmosfera suggestiva all’interno della Domus Augustea

A differenza della maestosità della Domus Augustea, la casa di Livia Drusilla Claudia è più raccolta ma non meno affascinante. Le pareti completamente affrescate e ben conservate, raccontano scene di vita campestre e episodi mitologici. Anche qui un sapiente sistema di illuminazione sottolinea alcuni degli scorci più affascinanti. Più leggera e uniforme la luce negli spazi comuni, più accesa e vivace, quasi a far esplodere i colori degli affreschi, nella camera da letto e nel “triclinium”.

Una panoramica della casa di Livia, la moglie prediletta dell’imperatore Augusto

Grazie alla collaborazione tra Linea Light Group e i due lighting designer, due delle più importanti domus romane hanno recuperato quel fascino che, nel primo secolo a.C., era creata dalle fiamme dei bracieri e delle lanterne a olio. Un’atmosfera non lontana da quella ricreata oggi dai progettisti che hanno saputo unire il rispetto della tradizione con la conoscenza delle più moderne tecniche di illuminazione. Perché non a caso… chi illumina il passato, illumina il futuro.

foto © designstreet

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