Vale la pena fare un salto in Germania, dove fino al 3 ottobre il Vitra Design Museum espone una mostra di Aldo e Marirosa Ballo: i fotografi che hanno reso famoso il design italiano nel mondo.

Nella seconda metà del 20 secolo il design in italiano ha ottenuto riconoscimenti a livello mondiale. Una parte importante di questo successo è dovuto a una coppia di fotografi milanesi: Aldo Ballo e Marirosa Toscani Ballo. Non esiste quasi alcun classico di quest’epoca, che non sia stato ripreso dai loro scatti.

L’archivio dello Studio Ballo documenta oggi non soltanto una parte significativa della storia del design italiano, ma ne è un’ importante parte costitutiva. Con splendidi mobili, lampade, oggetti e innumerevoli libri, periodici e poster, oltre ad una ricca serie di fotografie dell’archivio Ballo, la mostra costituisce una nuova modalità di lettura della storia del design italiano. In essa si ritrovano la capacità d’interpretare e d’immedesimarsi, consegnando al futuro i segni del tempo attraverso i protagonisti di una leggendaria epoca del design: da Albini, Aulenti, Bellini e Castiglioni a Colombo, Mendini, Pesce e Ponti fino a Sarfatti,

Sottsass e Superstudio.

“Zoom. Italian Design and the Photography of Aldo and Marirosa Ballo”

Vitra Design Museum, Weil am Rhein, fino al 3 ottobre 2011

orari di apertura: lunedì-domenica: ore 10 – 18

www.design-museum.de/museum/news

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1 Comment

  1. A questa notizia devo aggiungere una nota personale che riguarda i coniugi Ballo.
    Quando, giovane laureato e fresco di Master, arrivai a Milano – erano i primissimi anni 90 – fui subito affascinato dal mondo dell’editoria di design. E così provai (senza molte speranze, in realtà) a contattare le riviste più importanti per propormi come collaboratore. Dopo pochi giorni mi chiamò la direttrice di Casa Vogue, Isa Vercelloni, per dirmi che voleva vedermi. La più grande direttrice del più autorevole giornale di design, cercava me: mi pareva di sognare…
    Mi presentai e, dopo un lungo e piacevole colloquio, mi disse: “Te la senti di fare un servizio fotorafico per noi in sala posa? Uno still life da pubblicare su Casa Vogue?”
    Alla mia risposta positiva (mentivo, avevo una paura terribile!) proseguì: “Vai a questo indirizzo e ti metti d’accordo col fotografo con cui lavorerai. Si chiama Aldo Ballo.”
    E fu così che conobbi Aldo e Marirosa. Mi presentai allo studio con dei fogli di quaderno schizzati a biro blu, me lo ricordo ancora, per spiegare meglio come immaginavo il servizio. Ad Aldo piacque subito questo mio modo di lavorare e solo più tardi seppi che chiamò la direttrice, che aveva scommesso su di me “a scatola chiusa”, per rassicurarla: “Il ragazzo sa il fatto suo”.
    Facemmo quel servizio, il primo della mia vita, che riuscì davvero bene. Non c’era dubbio, con un fotografo di tali proporzioni. Ballo fu molto soddisfatto del risultato e così lo fu la Vercelloni. Venne subito pubblicato su Casa Vogue, un numero che conservo ancora gelosamente.
    Quello fu il primo di una lunga serie di still life che feci con i Ballo prima e con i più importanti fotografi di design degli ultimi anni, poi.
    Ma mai scorderò la pacatezza nel lavoro, la sicurezza dei gesti, i consigli preziosi, le discussioni che abbiamo avuto in quelle lunghe sedute in sala pose con Aldo, mentre insieme disponevamo i fari e sistemavamo i mille artifici per costruire il set (allora photoshop non esisteva ancora: lo scatto doveva essere perfetto subito!).
    Ad Aldo Ballo e a Isa Vercelloni devo senza dubbio la mia carriera in questo affascinante mondo. A volte penso come sarebbe stata mia vita, il mio lavoro, se non avessi incontrato questi due “giganti”, due maestri che hanno contribuito così tanto alla diffusione del design in Italia e nel mondo.
    Ma poi mi lascio questo pensiero dietro alle spalle. Li ho incontrati. Li ho conosciuti. Ho lavorato con loro.
    Questa è la sola cosa importante.
    Massimo Rosati – direttore di Design Street

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