Durante la settimana del mobile milanese, abbiamo avuto l’occasione di incontrare Humberto Campana.
Chi non conosce i tanto eccentrici e visionari fratelli Campana?
Humberto e Fernando, due menti diverse e creative, che hanno saputo costruire un design riconoscibile e all’avanguardia, capace di unire diverse tradizioni e culture.
I due designer provengono da una città brasiliana, Brotas, che ha saputo ispirare i fratelli nel riuso e valorizzazione dei materiali naturali.

 

DS: Humberto e Fernando, uno che ha studiato giurisprudenza l’altro architettura. Come hanno capito che dovevano unire le proprie forze per fare design?
HC: Sicuramente l’amicizia che c’è tra noi! Siamo due fratelli molto uniti, ed è stato molto bello portare questo rapporto nel mondo professionale.
Il nostro lavoro riflette i nostri caratteri, a volte estremamente diversi: quante volte capita che litighiamo e ci lanciamo delle sfide! Ma l’uno è il migliore amico dell’altro.
Noi però ci occupiamo di due settori differenti: Fernando è la mente creativa, io invece mi occupo di gestire chi ci aiuta nel dare vita al nostro design.

DS: Le vostre creazioni sono riconoscibili, uniche e per questo molto ricercate. Come la vostra arte è entrata nella vita quotidiana, riuscendo a mescolarsi con gli oggetti di tutti i giorni?
HC: Io penso che stiamo vivendo un secolo ibrido, dove non esistono più le frontiere tra arte e design, o tra tutte le sue diverse sfumature. Quello che domina è la passione del creare.
Non penso ci sia bisogno di definire questo processo: avviene tutto per passione e per la voglia di raccontare l’essenza delle cose.

DS: Come la cultura brasiliana ha incontrato quella italiana? Hanno dei punti in comune?
HC: I nostri nonni erano italiani, e noi siamo ancora legati a questa cultura. Quando torno in Italia, voglio riprendere le tradizioni e raccontarle. Quello che mi stupisce sempre è che gli italiani amano molto creare per se stessi.

DS: Qual è la differenza tra il design e il design dei fratelli Campana?
HC: Noi cerchiamo di tirare fuori in tutti i progetti le potenzialità, con un pizzico di poesia. Alcuni possono considerarmi egoista, ma io creo prodotti che prima di tutto devono piacere a me.
Per questo mi ritengo fortunato nell’avere un piccolo laboratorio in Brasile, perché lì possiamo sperimentare e toccare con mano le cose che un giorno saranno prima di tutto nostre.

DS: Come i materiali ispirano i vostri progetti?
HC: Sono i materiali che ci suggeriscono cosa fare, sono loro che lo chiedono. Spesso mi capita di comprare diversi materiali, e li lascio sopra il mio tavolo, riempiendo così di mille cose il mio studio. Non li tocco fino a quando non mi dicono loro che vogliono essere utilizzati per qualcosa.

DS: Un progetto nel cassetto dei sogni.
HC: Una sedia di gas! Magari qualche nuova tecnologia potrebbe aiutarmi!

DS: Le qualità che deve avere un designer e un prodotto di design.
HC: Il designer deve sempre rimanere fedele alla propria cultura e al proprio pensiero. Deve cercare di creare una linea continua che lo renda riconoscibile.
Il progetto deve essere la copia dell’anima del progettista, deve saper poeticamente riempire gli occhi.
La vita ha bisogno di poesie!

www.campanas.com.br

Author

Chiara Gattuso vive a Milano, ma porta nel suo cuore il calore della sua Palermo. Specializzata in Storia dell’Arte e laureata in Disegno Industriale a Palermo e in Design del Prodotto per l’innovazione al Politecnico di Milano, si occupa soprattutto di giovani designer.

Write A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.