Apre oggi Home Sweet Home, l’esposizione della Triennale che riflette sui cambiamenti del modo di abitare.

Come sono cambiate la casa e l’idea di abitare in questi ultimi 100 anni? È a questa domanda che cerca di dare una risposta Home Sweet Home, l’esposizione di Triennale Milano in programma dal 12 maggio al 10 settembre 2023. Una riflessione su un tema da sempre centrale nella ricerca di Triennale, non a caso scelto per celebrare i 100 anni dalla nascita dell’istituzione milanese.

“Intima e universale al tempo stesso, la casa è stata l’oggetto di indagine più sensibile ai cambiamenti culturali, politici e sociali”, afferma Nina Bassoli, curatrice della mostra e del settore architettura, rigenerazione urbana e città di Triennale. “Oggi l’opera di architette, architetti e gruppi di ricerca contemporanei fa emergere con forza una nuova sensibilità, dove il lavoro di cura è da intendere come azione fondante dell’abitare, ovvero del processo di costruzione dello spazio e dell’architettura”.

5 sezioni storiche

Articolata in 5 sezioni storiche e 10 ambienti site-specific, l’esposizione Home Sweet Home indaga il mondo della casa attraverso molteplici chiavi di lettura: dalla trasformazione dei ruoli di genere all’evoluzione del rapporto tra natura e ambiente domestico, fino alla crescente influenza della tecnologia.

Le 5 sezioni storiche riuniscono oggetti e materiali presi dagli archivi di Triennale, concentrandosi ognuna su un tema specifico. Casa ludens, a cura di Gaia Piccarolo, è dedicata ai temi del benessere e della cura di corpo e anima. La natura è di casa, a cura di Annalisa Metta, pone l’accento sul rapporto tra natura e ambiente domestico. Abaco di finestre, a cura di Maite García Sanchis, indaga il tema della finestra come strumento di mediazione ambientale e controllo. L’angelo del focolare, curata dal gruppo di ricerca Sex & the City (Florencia Andreola e Azzurra Muzzonigro), reinterpreta i ruoli di genere tradizionalmente associati alla sfera domestica. Cucinare all’italiana 1923-2023, a cura di Imma Forino, esplora i cambiamenti dello spazio cucina in relazione ai mutamenti sociali.

10 ambienti site-specific

Le 5 sezioni storiche dialogano con i 10 ambienti site-specific, che sono inseriti all’interno del percorso come vere e proprie mostre nella mostra.
L’installazione Caro, bastava chiedere del gruppo di ricerca Sex & the City affronta con ironia il tema della cura e degli stereotipi di genere. Urban K-Type dello studio MAIO propone un prototipo di cucina urbana, frutto di una ricerca sul ruolo della cucina come luogo di emarginazione, condivisione o possibile emancipazione. In L’architettura della longhouse, DOGMA racconta come la separazione tra sfera pubblica e privata sia una costruzione recente e non scontata.

In Assemble Loves Food, Assemble Studio mette in scena una tavolata con venti coperti, sottolineando il valore del vivere e del costruire insieme. Il parlamento delle piante d’appartamento, un’installazione interspecie della paesaggista Céline Baumann, esplora il ruolo della natura all’interno delle pareti domestiche. La gabbia degli orsi. Un diorama per esseri umani di Matilde Cassani si interroga su come lo spazio aperto possa essere addomesticato.

Il Canadian Center for Architecture propone Una sezione di “A Section of Now”, un estratto della mostra allestita recentemente a Montréal. Un invito a riflettere su come l’architettura possa sostenere i radicali cambiamenti della nostra società. Lifespan è un’installazione di disegni e dettagli di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, in cui ogni progetto è concepito come una meticolosa opera di restauro di una condizione preesistente.
Chiude la mostra Trasformare, non demolire, installazione dedicata alle trasformazioni dei Grands ensemble francesi a opera di Lacaton & Vassal. Un manifesto ecologico e politico della cura per una nuova vita, oltre la demolizione.

L’allestimento di Home Sweet Home porta la firma di Captcha Architecture, che ha ripreso frammenti di allestimenti di mostre passate riportandoli a nuova vita.

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