Senses di IAMMI: il design che fa sorridere (e pensare)
Quando gli oggetti diventano creature, metafore e provocazioni tattili
C’è qualcosa di profondamente liberatorio nella collezione Senses di IAMMI. Un’ironia materica che non cerca compiacimento, ma stimola empatia. Un design che si spoglia di ogni rigore per giocare con le forme, le emozioni, le icone del quotidiano. E che lo fa con disarmante lucidità.
La collezione Senses di IAMMI, duo formato da Stephanie Blanchard e Nicolau dos Santos (foto qui sotto) è tutto questo, e molto di più. È un sistema aperto di oggetti non-oggetti, creature familiari e aliene insieme, elementi d’arredo che sembrano usciti da un sogno pop o da un cartone animato underground. Morbidi, colorati, upcycled, ipertattili, gli arredi Senses firmati IAMMI ci mettono davanti a una domanda tanto semplice quanto destabilizzante: cosa succede se il design smette di prendersi sul serio?
Oggetti-emozione, mobili-archetipo
Difficile definire con esattezza cosa siano questi pezzi. Sedute, pouf, contenitori, sculture? Tutto e nulla. Ogni oggetto della collezione ha una propria personalità: il Friendly Monster Cabinet è un mobile che abbraccia, una figura affettuosa che trasforma il classico “mostro nell’armadio” in un compagno rassicurante. Il pouf Un pesce fuor d’acqua ha la forma di un pesce stilizzato in pelle rigata rosso scuro: surreale, ironico, quasi un personaggio. I divani Clouds sembrano fluttuare, evocando la morbidezza delle nuvole, mentre la collezione Frankenstein, in schiume recuperate e patchwork di pelle, riflette sul tema della discontinuità, dell’imperfezione cucita insieme come una storia vissuta.
Ogni pezzo è una piccola narrazione. Come Brrrick, seduta monolitica che reinterpreta il concetto di mattone industriale con materiali riciclati. O Tofu, che gioca con la consistenza della pietra naturale pur essendo realizzato in gommapiuma e poliuretano. Oppure Toast, tavolino-scultura in travertino che richiama, con disarmante semplicità, la forma del pane tostato. Perché a volte basta poco – una curva, un nome, una texture – per trasformare l’archetipo in emozione.
Design per giocare (e per pensare)
Ciò che rende Senses di IAMMI una collezione unica, tuttavia, non è solo la sua estetica pop e spiazzante, ma il linguaggio che la sorregge. Un linguaggio che attinge alla cultura visiva della contemporaneità – meme, fumetti, arte digitale, oggetti d’affezione – e la rielabora in chiave progettuale. Gli oggetti non imitano, ma reinterpretano. Non ridicolizzano, ma celebrano con leggerezza.
La comunicazione visiva, curata da Post Action, fa da cassa di risonanza: un mix di grafica vettoriale, corpi in movimento, performance ironiche e styling teatrale che amplifica il potenziale narrativo degli oggetti. Le immagini di Antonio Giancaspro catturano perfettamente lo spirito del progetto: un’estetica bold, diretta, gioiosamente sovversiva, dove ogni pezzo è un personaggio e ogni composizione una microstoria.
Upcycling, ma con stile
Il tema del riuso è centrale, ma mai didascalico. Niente toni morali, nessuna retorica ecologista. Solo una visione chiara: anche i materiali di scarto possono diventare generatori di bellezza, se trattati con intelligenza e ironia. Schiume, gomme, pelli, tessuti tecnici: tutto viene rimescolato in un universo progettuale che cancella il confine tra ciò che è prezioso e ciò che non lo è. Anzi, spesso è proprio l’imperfezione del materiale a generare la scintilla formale.
SENSES è un invito a riscoprire il lato sensuale del design.
Tatto, vista, olfatto, udito – ma soprattutto sorriso. Perché in un mondo saturo di forme levigate e di storytelling costruiti al millimetro, la linea Senses di IAMMI osa restituirci un design che si fa carne, peluche, gioco, sorpresa. E che non ha paura di sembrare strano. Anzi: è proprio lì che trova la sua forza.