Oggetti dalla bellezza primitiva che esaltano le imperfezioni della materia. Ecco Pietre Trovanti, il brand piemontese nato per trasformare gli sfridi di produzione in design.
Dare una nuova vita alle rocce difformi e agli scarti di lavorazione: è questa l’idea alla base di Pietre Trovanti, il brand creato da Tiziana Scaciga. Nato in Val D’Ossola, nell’Alto Piemonte, Pietre Trovanti trae infatti ispirazione proprio dalla natura di questa valle, un territorio selvatico dedito da secoli all’estrazione e alla trasformazione della pietra.
“La ricerca delle pietre rappresenta un’esperienza sempre sorprendente. Nei depositi puoi camminare per minuti o per ore, osservando, nel silenzio, blocchi difformi, rocce asimmetriche. Fino a quando emerge la pietra che si rivela nella sua bellezza diretta, corrispondente allo scenario evocativo e progettuale che si vuole comunicare. Semplicità espressiva in cui ognuno può riflettere e immaginare qualsiasi tipo di emozione”, racconta Tiziana Scaciga.
In questo contesto Pietre Trovanti recupera sfridi di produzione dell’azienda di famiglia Moro Serizzo e di altre cave della zona, trasformandoli in oggetti di design e arte applicata. Un virtuoso percorso di rigenerazione che reintegra ciò che normalmente è scartato perché considerato non adatto alla produzione tradizionale e alle attuali logiche di mercato.
Una perfetta imperfezione
Il percorso di rigenerazione di Pietre Trovanti è portato avanti con la collaborazione di designer e artisti italiani e internazionali, tra cui Josefina Muñoz, Ksenia Breivo, Saif Faisal, Teresa Carnuccio, Studio Zaven, Davide Crippa di studio Ghigos e la scultrice Marta Palmieri. Ognuno impegnato in un ri-racconto della materia che porta alla creazione di oggetti unici come unica è ciascuna delle pietre recuperate.
A seguire la produzione di Pietre Trovanti sono, invece, gli artigiani di Moro Serizzo, l’azienda di famiglia specializzata nell’alto artigianato della pietra naturale. Per lavorare le pietre asimmetriche sono, infatti, necessarie una profonda conoscenza della materia e competenze artigianali altamente specifiche. Una qualità artigianale che rappresenta un segno distintivo del progetto, traducendosi in una purezza quasi primitiva degli oggetti. L’estetica è infatti essenziale e volutamente imperfetta, evidenziando le difformità della materia come risorsa espressiva.
