Tutti sanno che da qualche anno lo skyline del centro di Milano è radicalmente cambiato grazie a una serie di architetture che dal punto di vista del design e dell’innovazione, hanno riportato la capitale lombarda, insieme all’Expo, al centro del mondo.
LE SCALE DELLA NUOVA MILANO
Ma non tutti sanno molte di quelle nuove architetture hanno un filo rosso, o meglio un nastro tricolore, che le unisce. Parliamo delle scale, elementi architettonici un tempo prevalentemente funzionali, che oggi si sono trasformate in oggetti arditi, quasi scultorei, che sembrano voler sfidare le regole fisiche e strutturali.
Le scale della torre Allianz di Arata Isozaki
Le scale che l’azienda italiana Fontanot ha progettato insieme ai più grandi architetti del mondo: quelle del Bosco Verticale di Stefano Boeri, della Torre Allianz progettata da Arata Isozaki e dell’Unicredit Pavillon di Michele De Lucchi.
Le scale del “Bosco Verticale”, il premiato grattacielo progettato dallo Studio Boeri.
E per celebrare il proprio ruolo all’interno di questa nuova area, Fontanot ha da poco inaugurato “My Place”: uno spazio che va oltre il semplice showroom per diventare, come ci spiega in una breve intervista Laura Fontanot, Communications Director dell’azienda, “la nostra casa a Milano: un luogo d’incontro, in cui ricevere professionisti da tutto il mondo per creare un network, fare business e innovazione insieme”
Perché proprio nel quartiere di Porta Nuova?
“Se un’azienda vuole fare grandi cose deve studiare molto bene il luogo in cui concentrare i propri sforzi. È come in battaglia: se scegli il punto strategico migliore, dovrai poi fare molta meno fatica per ottenere buoni risultati. Porta Nuova è la sede della ri-urbanizzazione di Milano, una vera Isola di design e nuove idee, basti pensare che qui sorgono gli ultimi capolavori ingegneristici grazie ai quali il mondo guarda all’Italia: il Bosco Verticale, la Torre Isozaki, l’Unicredit Pavillion… sono fiera di dire che Fontanot ha un posto all’interno di tutte e tre queste incredibili costruzioni, per le quali siamo stati fornitori di scale custom made, cioè realizzate ad hoc per ogni singolo progetto”.
“My Place”, il nuovo spazio di Fontranot nel quartiere Porta Nuova
Dunque, la customizzazione è importante?
Fondamentale! Non bisogna pensare che, nell’era dell’industrializzazione e della robotica, tutto ciò che è costruito in serie è all’avanguardia e tutto ciò che è artigianale è anacronistico. Al contrario: saper fondere artigianalità, sartorialità, ricerca tecnologica, scienza dei materiali e realizzazione perfetta, questo è innovazione. Bisogna sempre pensare al cliente finale, a cosa si aspetta e a cosa sogna, e poi costruire il progetto intorno a queste riflessioni, non partire da un’idea consolidata o un dato di fatto, per quanto incredibili: per la creatività, una gabbia dorata è pur sempre una gabbia.
Le scale dell’Unicredit Pavillon, dello studio De Lucchi (in fase di costruzione)
Parlava di e-shop: quanto è importante il commercio elettronico per una nuova realtà in ambito design?
Il commercio elettronico è una realtà consolidata ed è necessario dotarsi di una piattaforma in grado di soddisfare il cliente con un’esperienza d’acquisto semplice, una grafica accattivante, una gamma di prodotti vasta e un’assistenza sempre a disposizione. In particolare, bisogna prestare attenzione al mobile: sempre più utenti fanno acquisti da smartphone e tablet, e si può avere l’e-shop più bello del mondo, ma se non è responsive non performerà.
Laura Fontanot con lo staff di My Place
È comunque bene avere appoggi “fisici” sul territorio quando si punta all’estero?
Certamente, è sempre bene avere qualcuno sul territorio che sappia come muoversi tra leggi e iter burocratici, spesso estremamente diversi da Paese a Paese: ecco perché, ad esempio, per entrare con più forza nel mercato statunitense abbiamo stretto una partnership con Whitebox Studio, che saprà guidarci nella giusta direzione e consigliarci a livello tecnico-normativo.