Da quando ho iniziato a scrivere per Design Street, ho sempre sperato di avere l’opportunità di fare un’intervista con alcuni dei miei designer preferiti. Finalmente quest’anno l’occasione è arrivata, ed ecco qui che, con grandissima emozione, riesco a prendere un caffè veloce con Ronan Bouroullec.
Poche domande che mi hanno permesso di toccare con mano la spontaneità dei progetti dei due fratelli e la loro naturalezza.

DS: Come nascono i progetti dei fratelli Bouroullec? I vostri progetti sono unici e riconoscibili, puliti e minimali, senza essere ripetitivi.
RB: Noi progettiamo per svariati settori, dai piccoli gioielli a grandi progetti per le città, presentando sempre qualcosa di nuovo senza essere ripetitivi.
I temi dei nostri progetti possono essere svariati, dall’analisi delle forme, a come utilizzare nuovi materiali, alla valorizzazione dell’artigianalità. Tutti i progetti nascono da specifiche situazioni ed esigenze.
Credo sia difficile prevedere come risulterà il prodotto finale, perché ogni cosa è ricco di meccanismi che non ti permettono di vederne la fine.
Non riesco mai a definire a cosa ci ispiriamo, perché può nascere da una semplice immagine vista su Google, o su Instagram, o da un film… è un mix di tutto!

DS: Come lavorano insieme i due fratelli Bouroullec?
RB: Sei italiana, quindi conosci benissimo i legami che si instaurano in una famiglia. È complesso, ci sono momenti in cui si va d’accordo e momenti in cui ci scontriamo. Sì, ammetto che è davvero difficile definire il rapporto di lavoro con mio fratello, è “particolare”.

DS: Avete un settore del design che preferite maggiormente?
RB: Non ho preferenze. Ci piace lavorare soprattutto con persone interessanti, dalla mente creativa e coraggiosa, senza preoccuparci di quello che propongono. Ci piace lanciarci su qualsiasi idea, senza limiti.

DS: Cosa pensi del design italiano?
RB: Milano ci sorprende sempre, soprattutto come veniamo accolti. Non sono mai preparato alle migliaia di sorprese che ci riserva l’Italia. Sono molto legato a questo paese, ne sono innamorato! E mi piace lavorare con gli imprenditori italiani, ascoltare i loro modi di progettare, la loro poesia… è per questo che ritorno sempre qui. Secondo me il design italiano non si può paragonare ad altri.

DS: Cosa vorresti dire ai giovani designer?
RB: Dovete essere combattenti! Vivete in un periodo incredibile, pieno di situazioni differenti, progetti diversi tra di loro, avete a disposizione diversi metodi di progettazione… però è difficile per un designer sopravvivere, ma la chiave è avere idee intelligenti. Dovete essere pronti e aperti a tutto, e non limitarvi a un’idea specifica. Siate pronti a progettare anche una penna, o uno zaino, o qualcosa di molto più grande! Non potete fermarvi! Mettete passione in tutto quello che vi capita.

DS: C’è un progetto completamente nuovo che ti piacerebbe iniziare?
RB: Beh, non ho mai progettato grandi edifici! Sarebbe pazzesco lavorare per un aeroporto ad esempio. O perché no, lavorare per una futura autovettura!

www.bouroullec.com

Author

Chiara Gattuso vive a Milano, ma porta nel suo cuore il calore della sua Palermo. Specializzata in Storia dell’Arte e laureata in Disegno Industriale a Palermo e in Design del Prodotto per l’innovazione al Politecnico di Milano, si occupa soprattutto di giovani designer.

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