Alla scoperta di Trafic, la collezione firmata da Marc Sadler che reinterpreta le pavimentazioni stradali in legno dell’Ottocento
Passato e presente si intrecciano in Trafic, il nuovo progetto firmato da Marc Sadler per Listone Giordano. Una collezione di pavimenti in legno con una resistenza nettamente superiore a quella di un tradizionale parquet, che trova la sua ispirazione nelle pavimentazioni in fibra di testa che ricoprivano le strade di San Pietroburgo, Parigi, Londra e New York nell’Ottocento. Un affascinante viaggio nella macchina del tempo, dunque, in cui i rimandi storici sono reinterpretati dal designer francese con uno sguardo contemporaneo. Trafic è infatti un omaggio a un passato fatto di nuovi stili di vita, che invita a riflettere sulla rapidità del cambiamento e sull’importanza di riconnetterci con le nostre radici.
“Il legno con la fibra di testa – spiega Andrea Margaritelli, Brand Manager di Listone Giordano – è ricchissimo di fascino e rimanda a un’epoca spinta dall’innovazione tecnologica e a città piene di energie – San Pietroburgo, Londra, Parigi, New York – dove si è disegnata la modernità. L’interpretazione di Marc Sadler restituisce a questa superficie uno spirito decisamente contemporaneo portatore di un messaggio rivolto al futuro: tecnologia e rispetto dell’ambiente devono vivere insieme e insieme progredire. Sulle stesse strade”.
L’origine dell’ispirazione
Le prime pavimentazioni stradali in blocchetti di legno con la fibra di testa (pavage en bois) sembrano risalire al XIV° secolo in Russia. È, però, nell’Ottocento che l’uso di questa tecnica è documentato con certezza a San Pietroburgo, Londra, Parigi e New York.
A Londra, la prima sperimentazione su piccola scala di questo tipo di pavimentazione stradale fu eseguita e descritta da John Finlayson d’Ayr in un articolo pubblicato nel marzo del 1825. Mentre le prime applicazioni su larga scala risalgono al 1836, e nel 1843 si contavano in città già 85.000 metri quadrati di pavimentazione in legno posata e oltre trenta brevetti registrati.
A New York, le prime applicazioni sperimentali del pavé risalgono al 1835, quando vengono posati 100 yards di blocchetti esagonali a Broadway. Successivamente, tra il 1836 e il 1837, il pavimentato viene esteso a William Street e Mill Street. E applicazioni simili sono realizzate nello stesso periodo anche a Philadelphia.
A Parigi, si ha invece notizia delle prime applicazioni di pavimentazione in legno a partire dal 1842. Una presenza morbida e silenziosa che Guy de Maupassant racconta nella sua novella La Nuit (1887), in cui dipinge un’immagine poetica del pavé di Parigi: «I cocchieri dormivano, invisibili; i cavalli camminavano a passo regolare, seguendo la carrozza precedente, senza rumore, sul pavé in legno. Davanti ad ogni luce del marciapiede, le carote si illuminavano di rosso, le rape si illuminavano di bianco, i cavoli si illuminavano di verde…».
Massima resistenza e ampie possibilità di personalizzazione
Estremamente resistente all’usura, come suggerisce l’uso che ne veniva fatto per le pavimentazioni stradali ottocentesche, il pavimento in legno con la fibra di testa colpisce, però, anche per la sua estetica.
“Oltre alle peculiarità tecniche, sono le qualità estetiche che fanno di Trafic un pavimento unico nel suo genere”, racconta Marc Sadler. “I diversi pattern di superficie dei cubetti consentono di concepire ogni pavimentazione ad hoc: texture planari, fresate in orizzontale, in verticale o incrociate, danno spazio a innumerevoli combinazioni di disegno che ogni progettista potrà fare proprio. Si aggiunge poi l’asset del colore, ben 8 varianti, vera ciliegina sulla torta di un nuovo linguaggio progettuale dai confini tracciabili unicamente dall’estro creativo dell’architetto che vorrà cimentarsi con questo strumento di arredo dalla fortissima potenzialità espressiva”.
Non rimane che cominciare il viaggio nella macchina del tempo.