Dalla collaborazione tra Nerosicilia e BIG – Bjarke Ingels Group nasce 1669, una collezione di tavoli che celebra la forza della pietra lavica
Un invito a guardare la materia con occhi nuovi, ritrovando nel suo silenzio millenario una voce contemporanea. È questo il senso di 1669, la collezione di dining table e coffee table in pietra lavica di Nerosicilia disegnata da BIG – Bjarke Ingels Group. Richiamando nel nome l’eruzione del 1669, da cui ha preso origine il materiale usato per la realizzazione dei tavoli, il progetto celebra infatti questo elemento naturale nella sua forma più autentica, sfruttando soltanto le sue proprietà fisiche intrinseche e la potenza del calore, senza l’impiego di colle, metalli o leganti. Una sperimentazione che nasce da un terreno di ricerca condiviso da Nerosicilia e BIG: l’interesse per i materiali naturali e per il loro potenziale espressivo, quando lavorati in una chiave innovativa.
“Con BIG condividiamo una visione: lasciare che sia la materia a guidare il progetto. 1669 nasce così dalla pietra lavica e dalla volontà di riscoprirne l’anima più autentica, senza forzarla, ma accompagnandola nel suo naturale trasformarsi”, racconta Biagio Amarù, fondatore di Nerosicilia.
La memoria del fuoco
Proprio da questo “accompagnare la materia nel suo naturale trasformarsi” è emerso un fenomeno interessante durante la sperimentazione: sottoposta a temperature estreme, la pietra lavica tende a tornare lava, perdendo le proprie geometrie per assumere forme fluide e imprevedibili. Una reazione che ha ispirato il design di 1669: un top circolare fuso direttamente su un cilindro cavo che funge da piedistallo. La massa rimossa dal cilindro – alleggerito all’interno attraverso un carotaggio – diventa il supporto per la fusione del top che durante la cottura si ammorbidisce, seguendo la forma sottostante, e dà vita a una superficie organica, che sembra appena emersa dal vulcano.
Il risultato è un esercizio progettuale che rispetta e valorizza l’essenza della pietra lavica, rendendo omaggio alla memoria del fuoco.
Perché ci piace
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Perché riesce a rendere contemporanea una materia primordiale
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Perché rispetta la materia valorizzandone le sue specificità
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Perché è un arredo che si fa scultura, rigoroso ed espressivo allo stesso tempo