Fino al 23 marzo l’ADI Design Museum ospita Ossessivo-Inventivo, la mostra a cura di JoeVelluto che esplora le ossessioni all’origine dell’invenzione

L’ossessione come forza positiva, in grado di generare nuove prospettive e possibilità. Da qui nasce Ossessivo-Inventivo, la mostra curata da JoeVelluto in programma all’ADI Design Museum fino al 23 marzo. Una mostra-manifesto che presenta il design non come semplice ricerca di risposte, ma come disciplina che si interroga, curiosa, scopre. Il titolo della mostra racconta infatti di un approccio progettuale che vede nell’ossessione una spinta verso l’esplorazione e l’invenzione. D’altronde, come diceva Oliviero Toscani, a cui la mostra è dedicata, “l’insicurezza è la strada della creatività, il non-sapere, il fare qualcosa di totalmente sconosciuto e di non già fatto, è l’unica via per esplorare nuovi territori e inventare qualcosa”. Mentre per Sottsass è il continuo “girare intorno” – il cercare e ricercare senza sosta – a incarnare la ‘verità’, spiegano Andrea Maragno e Sonia Tasca, fondatori dello studio JoeVelluto.

A dare corpo alle ossessioni in mostra sono 12 designer e creativi internazionali: Federica Biasi, Sara Bozzini, Odo Fioravanti, From Industrial Design, Ale Giorgini, Davide Groppi, Marialaura Irvine, JoeVelluto, Claudio Larcher, Luca Nichetto, Sovrappensiero e Marco Zito. 12 progettisti che si pongono domande come individui, prima ancora che come professionisti, vivendo il design anche come una pratica umana ed esistenziale. L’ossessione, spesso identificata come un disturbo, diventa nelle loro opere una sublimazione di prove, ripetizioni e assilli che alimentano il processo inventivo. Una forza quasi viscerale che porta la mente a dedicarsi in modo totalizzante a un’idea, un progetto o una visione, stimolando ad andare oltre i confini del pensiero convenzionale.

12 oggetti-manifesto in metallo

Le ossessioni dei 12 designer si sono materializzate in 12 oggetti-manifesto nati da molteplici tormenti: percezioni, connessioni, colore, ripetizioni, dilemmi, linee, assenza, punti di vista, meticolosità, infantilità, velocità. Un insieme variegato che trova un punto di unione nell’impiego del metallo, materiale scelto per la sua versatilità e capacità di rendere tangibile l’astratto. Gli oggetti, tutti inediti, sono stati realizzati grazie al contributo di Diemmebi, azienda specializzata nella produzione di strutture in metallo per l’arredo, partner della mostra.

Fondamentale nella mostra anche la partecipazione attiva dei visitatori che possono trasformarsi in creatori di immagini inventive, confidando le loro ossessioni a un software di apprendimento automatico (A.I.), progettato dalla software house Uqido, partner della mostra.

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Design Street seleziona e racconta ogni giorno le idee più innovative e i migliori prodotti di design da tutto il mondo. Design Street è considerato uno dei più autorevoli blog indipendenti dedicati al design contemporaneo. Design Street ha vinto per ben 2 volte il premio "Best Design Media": nel 2017 e nel 2020.

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