Design Street intervista Alessandro Stabile. Tra nuovi progetti e riflessioni sul buon design

Abbiamo incontrato Alessandro Stabile al Salone del Mobile nello stand di S-CAB, per cui ha disegnato Brezza Relax, una poltrona outdoor dalle forme morbide e generose, che è un vero inno al relax. Designer industriale e art director, Stabile è focalizzato sulla ricerca di nuovi punti di equilibrio fra innovazione tecnica, tipologica e formale. I suoi progetti amano interrogare le certezze acquisite, proponendosi come una sintesi tra il rispetto per l’ambiente, per i processi e per le persone coinvolte nella fruizione di un prodotto.

Ecco cosa ci ha raccontato.

Partiamo da una delle novità che hai presentato al Salone del Mobile: Brezza Relax, la poltrona lounge per S-CAB. Come nasce il progetto?

La poltrona lounge Brezza Relax fa parte della collezione Brezza, lanciata con S-CAB due anni fa. Però, è più di un semplice ampliamento di gamma. Nelle poltroncine e nel divanetto Brezza il telaio in metallo tubolare è lasciato a vista, mentre in Brezza Relax no. Composta da due cuscini dalle dimensioni generose, è una seduta comoda e informale, concepita per il relax e per la convivialità, che si contraddistingue, come il resto della collezione, per il gioco di incastri che tiene insieme imbottiti e telaio.
Brezza Relax può vivere come poltrona singola oppure trasformarsi in un divano. All’apparenza appoggiata per terra, la poltrona è in realtà dotata di piedini che la tengono sospesa di un paio di cm, scongiurando così il rischio di rovinarsi quando piove. Un elemento pensato per l’outdoor ma anche per la modularità. Agganciando i piedini, è infatti possibile collegare le varie poltrone tra di loro, andando a formare un divano potenzialmente infinito.
Un altro aspetto interessante del progetto è il lavoro di semplificazione sui tagli di tessuto, tutti rettangolari, in modo da garantire un rigato perfetto. Per dare forza espressiva all’imbottito, sono stati realizzati dei tessuti ad hoc dall’azienda Limonta. Il rivestimento è facilmente sfoderabile.

Tra le altre novità presentate alla Milano Design Week 2025, c’è Folda, una poltrona modulare disegnata per Milani. Cosa ci racconti di questo progetto?

Folda è una collezione di poltrone lounge per l’attesa, su base girevole in alluminio, caratterizzata da un approccio circolare. Infatti non prevede l’uso di colle, il telaio e l’imbottitura sono incastrati insieme come in un puzzle, i tessuti sono sfoderabili ed è facilmente disassemblabile. La struttura è stata concepita modulare. È infatti sufficiente assemblare due, quattro o cinque cuscini per ottenere le tre configurazioni di Folda: versione con schienale alto, poggiatesta e braccioli, e variante con schienale basso, proposta con o senza braccioli. Una modularità che consente un’ottimizzazione del magazzino, con conseguente riduzione dei costi.
La forma della poltrona si contraddistingue per le sue sproporzioni. La seduta è infatti grandissima rispetto allo schienale, mentre i braccioli suggeriscono l’idea di un abbraccio, invitando a sedersi e a rilassarsi.

Disassemblabilità, assenza di colle, sfoderabilità dei tessuti. L’attenzione all’ambiente è un aspetto centrale in tutti i tuoi progetti, no?

Diciamo che è uno standard che fa parte del mio lavoro, come di quello di tutti i progettisti. Non usare colle o innesti fissi è uno dei principi della circolarità, in quanto permette di separare gli elementi in modo semplice e di smaltirli in maniera separata, senza il supporto di esperti. Inoltre, questo semplifica il processo di produzione, comportando anche una riduzione dei costi, altro tema a me caro.

Cos’è per te il buon design?

Per me buon design vuol dire fare un nuovo prodotto perché ha senso, perché si cerca di dire qualcosa di nuovo. Vuol dire rispettare l’ambiente e i materiali che si lavorano, ma anche la persona che usa il prodotto. Per questo sono sempre attento alla comodità del prodotto così come al prezzo. Non mi piace che l’oggetto sia troppo elitario. Secondo me c’è la necessità che il design si rivolga a più persone possibili, sia dal punto di vita formale, nel senso di avere forme facilmente comprensibili, sia dal punto di vista dell’accessibilità dei costi.

Un aspetto, quello dei costi, a cui in generale sono più attenti i Paesi scandinavi.

Eh sì, premesso che nei Paesi scandinavi il potere di acquisto è più alto del nostro, ci sono sicuramente molti brand nordici che hanno cercato di avvicinarsi di più alle persone rispetto all’Italia. Per esempio, nel quartiere Isola, a Milano, dove io vivo e lavoro, nei ristoranti e nei vari locali i brand di design italiani sono inesistenti. Questo significa che c’è una grande distanza tra le persone comuni e il mondo del design. Un gap che cerco di colmare un po’ con il mio lavoro. Poi ovviamente ci sono anche aziende italiane come S-CAB che hanno, invece, un approccio più ‘democratico’.

Veniamo a un altro progetto che hai presentato al Salone del Mobile: la sedia Aroma per Zilio A&C. Da dove nasce l’ispirazione?

Aroma è una collezione di sedie caratterizzate da un semicerchio in legno massello curvato a vapore, su cui si innestano le gambe. La seduta è principalmente imbottita, ma esiste anche una versione realizzata interamente in legno. A ispirarmi sono state le classiche sedie da bistrot con il mezzo bracciolo. Un richiamo storico che ho interpretato, però, in una chiave contemporanea. Le sedie sono impilabili e comode, perché ho modificato le proporzioni rispetto alle sedute da bistrot tradizionali, rendendo molto più alto lo schienale. La collezione è completata da un tavolino, sempre in legno massello.

Un richiamo alla storia che mi fa pensare alla tua collaborazione con Venedia. Puoi raccontarci il concept di questo brand e la poltrona che hai presentato al Salone?

Con Venedia, di cui sono anche art director, cerchiamo il punto di incontro tra classico e contemporaneo. Ho seguito il loro rebranding e ho disegnato per il Salone una nuova poltrona, Morosina. Una seduta dall’imbottitura generosa, circondata da un telaio sospeso che funge da appoggio per lo schienale. Il progetto si basa su una composizione di forme geometriche: la seduta è circolare, mentre lo schienale ricorda un’abside. Non c’è però niente che sia vintage o rétro. È una collezione contemporanea con delle suggestioni classiche. Una seduta che risponde alla volontà di Venedia di proporre arredi eleganti ai bar, alberghi e ristoranti dei centri storici. Luoghi di cui l’Italia è ricca, dove il design contemporaneo stride. Ragione per cui molti si rifugiano nel finto antico e nel finto ferro battuto, che ormai nessuno fa più per una questione di costi.

Per questo Salone hai disegnato tante sedute. La sedia è un elemento d’arredo in cui è difficile innovare?

No, per me non è difficile. Ogni azienda è diversa, il che significa che anche il punto di partenza e, di conseguenza, il risultato saranno diversi. Io non comincio quasi mai i progetti in studio, ma parlo prima con le aziende e, soltanto quando ho capito cosa vogliono, inizio a pensarci. La progettazione è un percorso, un dialogo, e a volte ci sono cose che si perdono per strada, mentre altre volte si riesce a fare tutto in maniera efficace. Il mio obiettivo è creare qualcosa di nuovo, che abbia un senso a prescindere dalla forma. Parto sempre da altre cose, poi è ovvio che la forma deve essere piacevole, ma per me viene alla fine.

E, sempre a proposito di sedie, chiudiamo con Alisea, il nuovo progetto per Emu. Una sedia outdoor che unisce due linguaggi e tecnologie molto diverse. Da dove nasce l’idea?

Alisea nasce dal desiderio di rendere più confortevole la seduta delle sedie in metallo. Le sedute in tondino metallico hanno infatti spesso bisogno del cuscino, per risultare più comode. Io ho voluto superare questo limite, affiancando allo schienale in tondino metallico una seduta in lamiera stampata, concepita come una sorta di tessuto metallico. Un dialogo tra due estetiche e tecnologie diverse che garantisce un grande comfort.

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Una laurea in Lettere Moderne e un amore sconfinato per il design. Mi occupo di comunicazione, creando contenuti per agenzie di comunicazione, studi di design e aziende di arredamento.

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