Scolpire una casa nella roccia: ecco la nuova sfida affrontata dallo studio parigino di Jean-Pierre Lott.
Spunta nella piccola città-stato di Monaco, sulla costa Azzurra, Villa Troglodyte, un progetto originale, insolito e ambizioso, volto a rispettare il paesaggio, riducendo al minimo l’impatto ambientale.
In un momento in cui il riscaldamento globale è un problema così sentito, questo eccezionale progetto offre l’occasione per riflettere su un tema importante: l’energia. Quattro sono i vincoli tecnici e architettonici che si è imposto l’architetto per Villa Troglodyte: rispetto del sito, creazione di condizioni di vita confortevoli, utilizzo di soluzioni ambientali innovative e minimizzazione delle esigenze energetiche.
Villa Troglodyte
La Villa Troglodyte, scavata in una roccia esistente, ha una superficie di 500 metri quadri ed è organizzata su cinque livelli. Si entra attraverso una crepa aperta nella roccia.
Da qui si accede ad una passerella sovrastante un bacino d’acqua, atto a simboleggiare un lago sotterraneo.
La luce invade l’intera abitazione, filtrando da una fenditura ricavata nella parte alta della struttura. Gli ambienti interni sono dotati di piccole bucature atte a captare la luce e inquadrare, come cannocchiali, scorci di paesaggio.
Nella realizzazione della Villa Troglodyte è stato privilegiato l’uso di materiali naturali e riciclati. Nella zona inferiore dell’edificio prevale la roccia naturale. In corrispondenza dei livelli superiori, invece, la struttura è stata ricomposta utilizzando una texture identica a quella della pietra sottostante. Le pareti sono realizzate in cemento a basse emissioni di anidride carbonica, mentre i rivestimenti murali utilizzano pitture naturali a base di calce.
In Villa Troglodyte vengono riproposti alcuni principi costruttivi delle antiche architetture mediterranee. Il progetto punta, infatti, sull’inerzia termica dell’involucro, sul riciclo delle acque meteoriche e sul giusto equilibrio tra bucature e apporto luminoso.
A ciò si aggiunge lo sfruttamento dell’energia geotermica, attraverso sonde verticali, e l’installazione di pannelli fotovoltaici che producono fino a 1400 kWh/anno. Le acque pluviali, immagazzinate nel sottosuolo, coprono fino al 40% del consumo giornaliero d’acqua. Per tutti questi motivi Villa Troglodyte ha ottenuto una certificazione ambientale tra le più rilevanti sul piano internazionale. La certificazione anglosassone Breem al livello “eccellente”.
Editor: Simona De Felice
foto: ©Loïc Thebaud