Transizioni inesplorate è il nuovo progetto di Monoferments presentato a EDIT Napoli 2023. Una serie di oggetti decorativi in cui gli scarti del vino sono applicati ai materiali.
Gli scarti del vino trasformati in materiali per interni. Possiamo riassumere così Transizioni inesplorate, il nuovo progetto di Monoferments, il laboratorio creativo interno a Monostudio Associati nato per sperimentare un modo nuovo di concepire i materiali, più etico e circolare.
Il progetto, che è stato presentato alla quinta edizione di EDIT Napoli, è il frutto di un anno di ricerca. Una ricerca partita nell’ottobre 2022 proprio durante la fiera del design d’autore partenopea. È infatti in quell’occasione che Monoferments incontra l’azienda vitivinicola Feudi di San Gregorio, maturando poi l’idea di sviluppare materiali realizzati con gli scarti del vino.
“Le nostre aspettative quando abbiamo chiesto il materiale ai Feudi di San Gregorio – scarti recuperati a seguito della vendemmia del 2022 – erano quelle di poter mescolare l’argilla naturale con una materia creata con la vinaccia, per realizzare una terra alleggerita con cui dare forma a piastrelle e oggetti decorativi”, spiegano da Monostudio Associati. “Grazie alla presenza di lignina, minerali, cellulosa, pectina e pigmenti naturali, questi scarti avevano caratteristiche chimiche idonee alla realizzazione di smalti naturali, tinture, bioplastiche e ceramiche”.
Un’installazione da vedere e da annusare
Il risultato di questo anno di sperimentazioni è una serie di oggetti circolari – arazzi, tavelle, vasi, sculture, tende e pannelli – con cui i visitatori di EDIT Napoli hanno potuto interagire. Un’alchimia di superfici, suoni e profumi che è stata pensata per avvolgere tutti i sensi. Avvicinandosi agli arazzi, si poteva infatti cogliere l’aroma di vino e vinaccia tipico della fermentazione. Un’aroma che è una caratteristica fondamentale per ogni vino e anche in uno spazio interno può accrescere la sensazione di benessere.
Altro aspetto fondamentale dell’installazione è stata l’autoproduzione, come raccontano sempre dallo studio. “Lavorare con gli scarti è diventata una priorità. E parte del messaggio che consideriamo cruciale per questa transizione è l’autoproduzione, il recupero di ricette e metodi di produzione primitivi, più affini alla natura dell’uomo e al suo benessere”. Un percorso di ricerca basato sull’esplorazione attiva di differenti discipline: dalla chimica alla biologia, dalla botanica alla geologia, dal design industriale all’architettura.
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I tessuti usati all’interno dell’installazione sono stati donati da Society Limonta e tinti con pigmenti estratti dalla vinaccia nelle fasi di macerazione.