Lisse di Sabine Marcelis per laCividina

C’è una qualità nel design che si riconosce più con il corpo che con gli occhi. Una morbidezza che non è solo comfort, ma gesto progettuale. Con Lisse, la nuova collezione di imbottiti firmata da Sabine Marcelis per laCividina, il divano torna a essere forma pura e continua, senza soluzione di continuità tra estetica e funzione.

Lisse di Sabine Marcelis rappresenta un abbraccio fluido tra forma, gesto e materia

Il progetto nasce da un passaggio di stato, da un cambio di materia. Marcelis – nota per il suo lavoro con materiali solidi come vetro e pietra – si confronta per la prima volta con l’imbottito, spinta da una precedente collaborazione nel mondo della skincare di lusso. Da lì, una riflessione nuova sul tema del corpo, della flessibilità, della tattilità. “Volevo catturare la fluidità e l’ergonomia in un’unica forma continua”, spiega la designer. E così ha fatto.

Un sistema senza moduli

Lisse si presenta come un sistema fluido, ma non modulare. E questa è una delle sue prime rivoluzioni: nessuna necessità di elementi da comporre, nessuna rigida struttura da replicare. Un’isola, uno schienale, pouf o sedute mobili che possono essere spostate, specchiate, ricomposte. Il sistema si adatta allo spazio, non viceversa. Una qualità che lo rende ideale per contesti contract, ma anche per ambienti domestici aperti e in evoluzione.

Oltre la cucitura

Lisse è anche un esercizio tecnico spinto al limite. Il rivestimento in Mylla, innovativo tessuto monomateriale in poliestere riciclato sviluppato da Febrik, è stato lavorato da laCividina con una precisione quasi sartoriale. Solo due cuciture visibili in tutta la struttura, a confermare la volontà di lasciare che sia la forma a parlare, senza interruzioni visive o compromessi tecnici. “Quando si usano forme organiche, di solito ci sono molte cuciture. Per questo divano, ne abbiamo solo due. E ne sono davvero grata”, sottolinea Marcelis.

Un design che nasce da un gesto

Lisse non è solo un sofà. È il risultato di un gesto fluido che si trasforma in architettura dell’accoglienza. Una linea morbida che avvolge, protegge, suggerisce una dimensione quasi emotiva del sedersi. Il profilo del divano, osservato frontalmente, richiama in modo del tutto spontaneo la silhouette dell’Occhio di Horus: simbolo di equilibrio, protezione e rinascita. Una citazione non cercata, ma che rafforza il carattere archetipico dell’oggetto.

L’eredità di Paulin, la visione di Marcelis

Il dialogo tra Sabine Marcelis e laCividina nasce anche da un’affinità elettiva: l’ammirazione per il divano Osaka di Pierre Paulin, di cui la designer possiede un esemplare. Lisse non è una citazione, ma un’evoluzione linguistica. Dove Paulin lavorava per curve strutturali, Marcelis esplora la continuità come linguaggio, il volume come gesto.

Con Lisse, Marcelis entra nel mondo dell’imbottito non da outsider, ma da esploratrice. E laCividina si conferma ancora una volta come interlocutore ideale per i progetti in cui forma e innovazione materiale si intrecciano in modo autentico.

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