Alla scoperta di Sciscioré, il progetto di Anna Quinz che invita a superare gli stereotipi del design alpino attraverso il gioco

Il design di montagna inteso come spazio di ricerca capace di superare stereotipi e luoghi comuni. È questo il senso di Sciscioré. Il gioco come gesto alpino, il progetto ideato e curato da Anna Quinz, direttrice creativa esperta nella narrazione dei territori montani, presentato a EDIT Napoli 2025, la fiera dedicata al design editoriale e d’autore. Un racconto che coinvolge 24 designer e brand accomunati da un approccio libero, in cui la tradizione è rispettata senza cadere nella nostalgia.

Da tempo intrappolato tra i due cliché di un kitsch sentimentale e di un iper-minimalismo austero, il design alpino è un mondo tutt’altro che cristallizzato e uniforme. Al contrario si tratta di una realtà viva e stratificata, dai tratti inaspettatamente leggeri e giocosi. Una dimensione ludica che è al centro di Sciscioré, come suggerisce lo stesso nome, una parola ladina dall’inattesa musicalità partenopea che indica il gioco delle biglie.

Il design alpino esplorato sotto la lente del gioco

Per mettere a fuoco una possibile identità del design contemporaneo di montagna, Anna Quinz ha dunque scelto di utilizzare il gioco. Il gioco come metodo: un approccio basato su intuizione, sperimentazione e costruzione, affine al processo del design che osserva, prototipa e crea forme che rispondono a funzioni. E il gioco come matrice storica del design d’alta quota: sulle Alpi, soprattutto in Val Gardena, il gioco è stato infatti artigianato, produzione e commercio. Da qui cavallini a dondolo, bambole e animali in legno, scolpiti e dipinti a mano grazie a competenze tramandate di generazione in generazione, hanno valicato i confini delle Alpi, arrivando fino in America e in Sudafrica, e possono essere considerati il primo esempio di design alpino d’esportazione.

Questo richiamo al gioco in Sciscioré si traduce in arredi, complementi, accessori, lampade, tessili e veri e propri giocattoli, realizzati in materiali differenti: dal legno alla ceramica, dall’acciaio alla plastica, dal tessuto al vetro. Una pluralità di oggetti, stili e linguaggi che rivela il carattere sfaccettato della montagna.

Un mondo a colori

A spezzare ulteriormente ogni presunta uniformità c’è anche il colore. Nell’universo alpino il colore si rivela infatti con intensità, oltre i tradizionali verdi, grigi e marroni. Una varietà che l’architettura e l’artigianato locali hanno interpretato con opere dalle tonalità accese, impreziosite da decori e dense di dettagli. E che attraversa gli oggetti di Sciscioré in esposizione a EDIT Napoli, trovando una sintesi nell’artwork disegnato per il progetto da Lucas Zanotto, artista conosciuto per la forza gioiosa e immaginativa delle sue opere.

«Mi auguro che Sciscioré possa anche attirare l’attenzione dei designer più giovani sul patrimonio di competenze tecniche e artigianali custodito nei territori montani, dove sopravvivono ancora lavorazioni straordinarie che, senza trasmissione, rischiano di andare perdute», afferma Anna Quinz.

I 24 designer coinvolti nel progetto sono: Luca Boscardin, Daniel Costa, Marco Dessí, Martino Gamper, Hütte, Kuschlers, Ignacio Merino, insalata-mista studio, Christian Mittendorfer, Neue Serie Handdruck, NIVA Design, Patternhouse.org, Patrick Rampelotto, Andreas Rier, SAGARÍA, Barbara Schweitzer, Judith Sotriffer, Harry Thaler, Paul Thuile, Veronika Thurin, Gabi Veit, Lucas Zanotto, Zilla e Philip Wiegard. C’è chi è nato in alta quota e adesso vive altrove, chi ha scelto le Alpi per stabilirsi e lavorare, ma per tutti la montagna rappresenta un elemento identitario.

Dopo EDIT Napoli Sciscioré continuerà il suo viaggio, approdando in altri luoghi, a partire, naturalmente, da quelli di montagna. Non rimane che seguire le prossime tappe.

Author

Una laurea in Lettere Moderne e un amore sconfinato per il design. Mi occupo di comunicazione, creando contenuti per agenzie di comunicazione, studi di design e aziende di arredamento.

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