La settimana scorsa sono stato invitato al 2017 Design Degree Show, l’evento conclusivo dei corsi di design dello storico Istituto Marangoni di Milano. Una bella opportunità per vedere i migliori progetti degli studenti del 3° anno, divisi tra Visual Design, Interior Design, Product Design e Accessories Design.
All’interno del Superstudio di via Tortona, sono stati selezionati e presentati al pubblico 12 progetti. 3 per ogni dipartimento. 12 designer internazionali hanno esposto al pubblico la sintesi del loro percorso di formazione, in un allestimento interattivo di grande effetto ideato dal collettivo Aurora Meccanica e dal dipartimento di Visual Design.
Chi segue Design Street sa quanto spazio siamo soliti dare ai designer emergenti… Ci piace scoprire quanto talento abbiano i ragazzi quando sono ben guidati o comunque quando vengono messi nelle condizioni di esprimere al meglio la propria esuberante creatività. E così mi sono tuffato volentieri in questa esperienza, con l’obiettivo non solo di vedere i lavori degli studenti, ma soprattutto di sentire dalla loro voce come sono arrivati a quel progetto finale.
La prima piacevole sorpresa è stato scoprire che di 12 progetti selezionati per il Design Degree Show, ben 11 sono stati realizzati da studentesse. Un interessante sguardo (quasi) tutto femminile sul design. Ma anche, e soprattutto, un segnale di cambiamento per un mondo che, ad oggi, è ancora caratterizzato da una grande maggioranza di designer uomini. Per fortuna ci sono le scuole…
Ma torniamo al Design Degree Show dell’Istituto Marangoni. In particolare mi sono concentrato sui due corsi di prodotto.
Rosalie Goess, Nun Samanworakit e Pham Thi Nhung, studentesse di Accessories Design, hanno lavorato su accessori moda: borse e scarpe. Rosalie, giovane altoatesina ha presentato “Please Note”, un prototipo di calzatura semplice, elegante, con un dettaglio che la personalizzasse. “Il tema era una scarpa che avesse un carattere forte”, spiega la designer. “C’è un proverbio tedesco che dice che i caratteri forti sono molto spigoloso, così ho creato una calzatura dalle linee geometriche, con molti angoli e fatte a strati sovrapposti. Nera con un tocco di giallo, colore che denota forza, energia”.
“Noi abbiamo disegnato una borsa di ispirazione Punk”, mi raccontano la vietnamita Pham e la thailandese Nun. La prima si è basata sul lettering tipico delle fanzine (i giornali musicali, spesso ciclostilati in casa, che parlavano di sottocultura Punk, di concerti, interviste, recensioni etc). La sua borsa “The Losers” porta la scritta nera “NO” a rilievo su fondo bianco e “NO FUN” con lettere in metallo sui manici.
“La mia collezione invece”, mi dice Nun Samanworakit, “si chiama Over Spirit ed è ispirata al mondo punk femminile. Donne forti, libere, aggressive… La serie di borse che ho progettato ha le borchie e una sorta di “cresta da Mohicano”, un’acconciatura tipica di quel periodo”.
Le studentesse Natalia Suarez Lopez, Anna Shu e Mari Mussakhanova (Product Design) si sono concentrate invece sui nuovi materiali. “New Materials for New Ideas” era infatti il tema dei loro progetti.
Delle tre designer, l’unica presente era Mari Mussakhanova giovane designer proveniente dal Kazakhstan. Mari ha presentato “Anima Lamp”, un’innovativa lampada interattiva dalla struttura geodetica. Realizzata con un particolare vetro tecnologico che interagisce coi movimenti della mano, trasformandosi da opaco a trasparente, Anima Lamp può creare infinite configurazioni luminose.
“Ho scelto il tema della luce”, mi spiega Mari, “come metafora della conoscenza e la sfera perché rappresenta la mente umana”. “L’uso della tecnologia”, continua, “ci fa sentire come degli alchimisti moderni, in grado di trasformare un materiale in un altro”. E a vedere come questo “vetro intelligente” cambia natura sfiorandolo, viene proprio da pensare che nasconda qualcosa di magico e di esoterico…
In collaborazione con Istituto Marangoni