Architettura italiana dal Postmoderno ad oggi, il nuovo libro di Valerio Paolo Mosco – storico e docente allo Iuav di Venezia – ci porta attraverso le vicende del recente passato, per comprendere in ambito teorico, progettuale, professionale, la nostra particolare condizione odierna.
Il volume, edito da Skira, racconta la storia dell’architettura nel nostro Paese a partire dal fenomeno, tutto italiano, del Postmoderno. Il lettore viene coinvolto in un racconto piacevole ed accessibile, sui passaggi e le figure più significative degli utlimi decenni.
Sintetico e arguto, ricco nel linguaggio ed esplicito nella posizione critica assunta, l’autore non manca di incrociare i fili delle cronache politiche ed economiche, ricostruendo una trama che risulta oggi smagliata e difficile da riannodare.
Si riportano con correttezza ed equidistanza, posizioni, opposizioni, polemiche, quasi tutte irriducibili e alla fine sterili per un approccio sistematico e condiviso, in grado di garantire un livello di qualità diffuso sul territorio nazionale, sempre più compromesso da dinamiche fuori controllo.
Percorsi linguistici e teorici cavalcati e svuotati, hanno finito per esautorare la disciplina, la cui ricomposizione culturale e tecnica risulta oggi viva in alcuni casi, ma ancora incerta e parziale nel complesso, isolando dal dibatto internazionale il paese, che di fatto è arretrato anche per altri generi di concause non certo secondarie.
Merito dell’autore l’ampiezza e la sensibilità della ricerca, richiamando anche figure di secondo piano non meno importanti, di certo non agevolate dalle condizioni del lavoro professionale in Italia, con particolare riferimento a un Sud sempre lontano dalla storiografia ufficiale, ma anche dal resto.
Un solo rammarico per il comparto iconografico che si vorrebbe sempre abbondante, e per una latente insofferenza al Design italiano – Magistretti, Zanuso, Caccia Dominioni, Afra e Tobia Scarpa non trovano collocazione – che nel periodo sotto osservazione non mancava certo di contenuti e apporti spendibili alla cultura del progetto nel suo complesso.
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