“Storie di Architettura” di Michele De Lucchi edito da Skira, una raccolta di casi e riflessioni di un progettista di eccezione.
La progettazione cosiddetta sostenibile, oggi così dibattuta e dichiarata, può venire intesa dal mero rispetto di parametri quantitativi, ad una concezione globale che genera contenuti, forme e processi.
Nel caso di Michele De Lucchi, ciò che si manifesta in questo progettista di successo è un legame che viene dalle cose più semplici, indagando ragioni spesso trascurate, spendibili su più ambiti e livelli in vista di un potenziale armonico che sposta le necessità del nostro essere nel mondo.
Come si apre una noce non sembri così un questione da poco, si possono fare valutazioni non banali ed intervenire, senza schiaccianoci, in modo semplice e non invasivo; con la stessa logica, su altra scala, si giunge alla proposta di un “seme” per il nuovo centro congressi Pavilion in piazza Gae Aulenti a Milano di recente inaugurazione.
Una visione che potremmo dire pacatamente critica ed ecologica quale recupero e valorizzazione di processi naturali ed essenziali, lontano da etichette ed ideologie, è ciò che consente a Michele De Lucchi di porsi quale figura originale e affascinante, alternativa alla corsa verso il nulla di molta architettura e design.