Compatta, leggera, solida, elegante. È Lettera 22, la macchina per scrivere portatile con cui Olivetti è entrata nelle case degli italiani.
“Leggera come una sillaba, completa come una frase”. Recita così uno dei manifesti pubblicitari di Lettera 22, la macchina per scrivere portatile con cui Olivetti entra nelle case degli italiani fra gli anni 50 e la prima metà degli anni 60.
Disegnata nel 1950 dall’architetto Marcello Nizzoli su progetto dell’ingegnere Giuseppe Beccio, Lettera 22 è una macchina per scrivere leggera ma robusta. Uno strumento compatto pensato per essere trasportato ovunque. Un oggetto simbolo della rinascita dell’Italia del secondo dopoguerra.
Premiata con il Compasso d’Oro nel 1954 e selezionata nel 1959 dall’Illinois Technology Institute come il miglior prodotto di design del secolo, oggi Lettera 22 è esposta nei più importanti musei del mondo: dalla Triennale di Milano al MoMA di New York.
Cosa rende unica Lettera 22
Cosa ha reso Lettera 22 così speciale? Progettata per uscire dagli uffici ed essere portata con sé ovunque, Lettera 22 si caratterizza per la forma appiattita e la leggerezza. La macchina pesa, infatti, 3,7 kg. Non una piuma, perché la leggerezza non doveva andare a scapito della solidità, ma sicuramente molto poco rispetto alle ingombranti macchine per scrivere dell’epoca. Pensate che la MP1, la macchina portatile sviluppata da Olivetti nel 1932, pesava 5,2 kg, mentre una macchina da scrivere standard per uso professionale superava spesso i 15 kg.
Con i suoi 3,7 kg e la comoda valigetta che l’accompagnava, Lettera 22 poteva invece essere trasportata in modo piuttosto agevole.
Il prodotto
Per creare una macchina da scrivere compatta e leggera, Marcello Nizzoli incorpora nella carrozzeria la tastiera e il rullo (di cui sporge solo la manopola). E riduce l’ingombro della leva dell’interlinea.
Le dimensioni contenute portano a eliminare alcune funzioni nella tastiera. Per esempio, mancano l’accento e il tasto con il numero 1 (quest’ultimo si otteneva usando la lettera “l”). Qualche limitazione compensata, però, da diverse innovazioni. Una fra tutte, il cambio automatico che permetteva di regolare la posizione del nastro e di scrivere in rosso o nero o anche senza inchiostro.
Un grande successo commerciale
Lettera 22 è stata un grande successo commerciale per Olivetti. Tra il 1950 e il 1965 la produzione supera i 2.500.000 di macchine, con punte di oltre 200.000 all’anno. Un successo sostenuto anche da brillanti campagne pubblicitarie, firmate da intellettuali, scrittori e maestri della grafica pubblicitaria.
I manifesti pubblicitari di Olivetti sottolineavano il valore culturale di Lettera 22 e la presentavano come un oggetto utile e semplice da usare. Uno strumento intelligente da portare ovunque.
Oltre all’innovativo design e alle novità tecniche, Lettera 22 si distingue per il diverso target a cui si rivolge. Se la prima portatile di Olivetti, la MP1, nasce per la medio-alta borghesia, Lettera 22 è pensata invece per un pubblico di massa. Per questo il suo prezzo era accessibile. La cifra, intorno alle 40 mila lire, equivaleva infatti a meno di un mese di retribuzione di un impiegato dell’epoca.
Una macchina da scrivere amata da giornalisti e scrittori
Lettera 22 era usata anche da scrittori e giornalisti, come Indro Montanelli, Enzo Biagi, Pier Paolo Pasolini e Günther Grass. Tra le foto più famose che la ritraggono, Pier Paolo Pasolini intento a battere i tasti della mitica macchina di Olivetti, e Indro Montanelli, seduto in un corridoio del Corriere della Sera con la Lettera 22 sulle ginocchia.
Il francobollo che celebra i 70 anni di Lettera 22
Nel 2020 Lettera 22 ha compiuto 70 anni. Per celebrare la grande macchina da scrivere, nel dicembre 2020 è stato emesso un francobollo di Poste Italiane in collaborazione con Olivetti S.p.A. e Associazione Archivio Storico Olivetti. Il francobollo dedicato alla portatile è accompagnato da un analogo francobollo che ricorda i 60 anni dalla morte di Adriano Olivetti.
–
Prodotto: Lettera 22
Designer: Marcello Nizzoli
Azienda: Olivetti
Anno: 1950
Ci piace perché il ticchettio dei suoi tasti ci rilassa più di una ninna nanna.
LEGGI ANCHE LA STORIA DI VALENTINE, LA ROSSA PORTATILE FIRMATA DA ETTORE SOTTSASS PER OLIVETTI