Avevo programmato l’intervista a Michele De Marchi da diverso tempo. Dovevo incontrare l’Amministratore Delegato di Ditre Italia, azienda trevigiana specializzata in imbottiti di design e, più in generale, in tutto ciò che ruota intorno al mondo del living. Come faccio sempre, mi ero preparato una serie di domande, che avevo diligentemente annotato sul mio taccuino.

Ma quando arrivo in azienda, scopro che Michele De Marchi non è solo. È con Daniele Lo Scalzo Moscheri. Architetto, designer e art director di Ditre. Insieme stanno lavorando, intorno a un tavolo ricolmo di disegni e campioni di tessuto, a nuovi progetti per il 2018. Un’ottima opportunità per un’intervista doppia, penso… Così strappo la pagina delle domande e mi lascio andare all’improvvisazione.

Lavorate spesso insieme?

“Sì, molto spesso…” si guardano annuendo entrambi.

E da chi partono le idee?

“Le idee partono da una raccolta di informazioni che arrivano dalle nostre esperienze e da quelle del nostro reparto commerciale che, lavorando sul territorio, raccoglie quotidianamente e ci trasmette i cambiamenti, i bisogni, le richieste del mercato. Sono le antenne dell’azienda…”

Nell’immaginario collettivo il designer spinge verso proposte “forti e creative” e l’azienda frena pensando a elementi più “concreti”: ottimizzazione dei costi, aspettative del mercato, etc. Com’è il vostro rapporto? Avete spesso discussioni sulle scelte”?

“Sicuramente si parte da due punti di vista diversi”, risponde Daniele Lo Scalzo”. Da una parte c’è la parte più visionaria e creativa del progettista, ma questa si media con l’identità aziendale. La nostra si può definire una convivenza pacifica, no?”.

Si guardano con aria complice. Sorridono… Si capisce che hanno parecchie discussioni alle spalle ma, come tutte le coppie affiatate, sanno trovare un punto di incontro.

“Una forzatura da parte del designer c’è, ed è giusto che sia così, prosegue. Ma riguarda soprattutto l’aspetto formale, e non i valori aziendali che sono condivisi da tutti”.

“Confermo”, aggiunge Michele De Marchi. “Anche perché il nostro design può essere definito ‘classico’. Uno stile elegante e senza tempo, non legato alle mode del momento”.

E come si sviluppa il rapporto con i designer che collaborano con Ditre Italia?

“Solitamente individiamo delle aree di prodotto interessanti per l’azienda e poi affidiamo l’incarico a designer di cui apprezziamo il lavoro e che pensiamo possano essere in linea con la nostra filosofia progettuale”.

Ditre Italia, essendo nata nel 1976, ha già festeggiato i suoi “primi” 40 anni. Chiedo a Michele De Marchi di raccontarmi, dal suo punto di vista privilegiato, come è cambiato in tutto questo tempo lo stile dell’abitare e in particolare il gusto per gli imbottiti.

“All’inizio, negli anni 70 si vendeva quasi esclusivamente la composizione standard, con divano a 3 posti 2 poltrone coordinate”, mi risponde. “Nel decennio successivo si preferiva il divano a 2 posti. Poi è nato il divano componibile. Quello, per intenderci, con chaise longue laterale integrata. Oggi sta tornando di moda il divano singolo…”

“All’inizio il soggiorno veniva considerato principalmente un luogo di rappresentanza, il ‘salotto buono’ da mostrare e dove stare seduti ‘composti’. Oggi per molti il divano, e tutto il living in generale, è diventato il cuore della casa, un luogo da vivere in maniera informale. Sul divano ci si stende o ci si siede a gambe incrociate, si gioca coi bambini, si chiacchiera con gli amici, si ascolta musica, si gioca con le playstation… Cose impensabili una volta.
Due stili che ancora convivono ancora adesso, due diverse concezioni della zona giorno”.

A cosa attribuisci il successo di Ditre Italia?

“Innanzitutto i clienti trovano in noi un’azienda che sa interpretare diverse esigenze e diversi stili abitativi. In secondo luogo offriamo una serie di proposte coerenti e coordinate, per arredare il living a 360 gradi. Un concetto di ‘Total Outfit’ per la zona living. Terzo, e in questo periodo è diventato un fattore molto importante, il “value for money”.

Il rapporto tra la qualità del prodotto, il design e il prezzo, quindi…

La qualità delle materie prime e l’attenzione al dettaglio sono da sempre il nostro punto di forza. Dalla scelta delle pelli, lavorate con processi naturali ed ecologici, fino a quello che abbiamo definito ‘l’atelier del tessuto’. Qui lini e cotoni in diversi colori e fantasie vengono confezionati con attenzione sartoriale, per rispondere con confezioni ‘su misura’ a qualsiasi esigenza del cliente”.

È quello che Ditre Italia chiama “Designwear”, giusto?

“Esatto, il Designwear”, conclude Michele De Marchi. “Un prodotto ‘tailor made’ che soddisfa al 100% il gusto, lo stile e la personalità di ogni nostro cliente”.

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Design Street seleziona e racconta ogni giorno le idee più innovative e i migliori prodotti di design da tutto il mondo. Design Street è considerato uno dei più autorevoli blog indipendenti dedicati al design contemporaneo. Design Street ha vinto per ben 2 volte il premio "Best Design Media": nel 2017 e nel 2020.

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