Rivestimenti tattili da accarezzare, un progetto fotografico che ne esalta la tridimensionalità. Ecco le novità di Decoratori Bassanesi presentate al Cersaie 2022.

La sensualità del corpo umano, la luce calda del deserto, i riferimenti alla moda e al cinema. Sono questi gli ingredienti che compongono Desert Impression, la campagna di comunicazione di Decoratori Bassanesi nata dalla collaborazione tra la nuova art director Federica Biasi e il fotografo sudafricano Andrea Olivo. Un progetto fotografico colto e raffinato che ci ha colpito per il modo non convenzionale in cui racconta la matericità dei prodotti dell’azienda. Nelle foto di Olivo le modelle, avvolte dalla luce di un deserto metafisico, “indossano” infatti i rivestimenti in ceramica, trasformandosi in tele su cui imprimere le trame delle superfici.

Desert Impression è stato protagonista dell’allestimento di Decoratori Bassanesi, in occasione del Cersaie 2022. Presentato all’interno di uno stand ispirato a una Casba marocchina, il progetto fotografico di Andrea Olivo è stato accompagnato da una selezione dei prodotti dell’azienda.

Copenhagen di Norm Architects

Novità 2022 di Decoratori Bassanesi: Copenhagen dello studio danese Norm Architects. Una collezione di superfici ceramiche nata dall’osservazione dell’ambiente urbano circostante e dallo studio della storia architettonica della capitale danese.

Copenhagen si compone di due texture diverse: una lineare e tridimensionale, una seconda dalla superficie più liscia. Il risultato è una collezione che mette in evidenza i dettagli materici della città. Le due distinte superfici combinate evocano, infatti, le facciate in pietra e intonaco dei quartieri più antichi di Copenhagen.

Wabi-Sabi di Federica Biasi

Tra gli altri progetti di Decoratori Bassanesi presentati all’ultimo Cersaie, ricordiamo Wabi-Sabi di Federica Biasi. Disegnata nel 2021, anche questa collezione è composta da due texture differenti, ma complementari. La prima, Wabi, è caratterizzata da un intreccio fitto ma leggero. Una superficie che deve essere osservata da vicino per coglierne l’essenza e, poi, accarezzata ed esplorata con più sensi. La seconda texture, Sabi, si contraddistingue invece per una trama più decisa e tangibile. A differenza di Wabi, in questo caso la curiosità è prima stimolata da lontano, portando l’osservatore ad avvinarsi e a interagire con il tatto in un secondo momento.

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Una laurea in Lettere Moderne e un amore sconfinato per il design. Mi occupo di comunicazione, creando contenuti per agenzie di comunicazione, studi di design e aziende di arredamento.

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