Non perdetevi un “open day” nello storico studio Piazza Castello 27 a Milano, dove hanno lavorato fianco a fianco i grandi fratelli Achille e Pier Giacomo Castiglioni. A disposizione del pubblico arredi e oggetti da provare, fino al 22 Febbraio 2014.
Si suona alla porta, come in una qualsiasi casa, e si viene accolti da Giovanna Castiglioni e Marco Marzini, curatori dell’evento. Condotti nelle varie sale, che dal 2006 sono un museo e una fondazione, si viene invitati a provare, capire e apprezzare tutti gli oggetti del maestro del design milanese.
Confort, utilità e praticità, nonché, tradizione, gioco e ironia, diventano così una esperienza concreta per chi voglia partecipare a questo insolito evento, che mostra come il design possa migliorare e arricchire la nostra vita quotidiana nelle sue varie implicazioni domestiche.
Esempi? Provate Acetoliere, il porta olio e aceto con apertura automatica del tappo per non sporcarsi le mani; la lampada Parentesi che con un gesto si sposta all’altezza desiderata e per attrito rimane ferma in posizione; la famosa Taccia, che sempre con un solo gesto orienta la bella parabola riflettente per avere luce dove serve; la bellezza e la comodità della poltrona Sanluca; il divertimento dello sgabello Mezzadro.
Un capolavoro? La lampada a soffitto Frisbi a doppia illuminazione diretta e diffusa.
ll design Castiglioni è servito: oggetti senza tempo, perfetti nella forma che deriva dalla ricerca estrema per svolgere al meglio un dato compito. All’evento si aggiungono due novità: Yoox.com che ha creato una vetrina on line di oggetti tratti dall’archivio Castiglioni e l’editore Corraini con volumi dedicati al designer milanese.
Per tutti, pubblico e addetti, la visita è imperdibile. Gli spazi inoltre testimoniano del lavoro professionale svolto per anni nello studio dove, oltre all’allestimento, si possono vedere le raccolte di libri e riviste, l’archivio dei progetti, i modelli e i prototipi, e le vetrine di oggetti comuni da cui carpire e reinterpretare esperienze e tradizioni.
Una vera eccellenza culturale e turistica, che insieme ad altre -lo studio di Vico Magistretti in via Conservatorio, villa Necchi Campiglio casa manifesto dell’architetto Portaluppi in via Mozart-, costituiscono un circuito da attivare al più presto con il Museo del Design in vista di Expo, magari includendo anche Marco Zanuso, Ettore Sottsass e Aldo Rossi.
ph. Federico Ambrosi, il progetto dell’allestimento è di Marco Marzini
4 Comments
ho avuto il privilegio di frequentare lo studio del “Cicci” quando ero adolescente/ragazzo, ci andavo con mio padre… Le nostre famiglie hanno trascorso anche una vacanza assieme, in Liguria, nell’80 credo; Achille fu in quella occasione, un instancabile burlone e giocoliere.
Lo ricordo con grande affetto e stima.
Andreas Waiblò
..Perche’ mi piace Castiglioni…è l’inventore della professione del designer industriale, un pioniere…è ironico e ha ingenio.. di una grande eccezzionalita’…i suoi pezzi sono ancora in produzione , eccome, si è limitato a lavorare con modestia e umilta’..esigente e meticoloso…i suoi pezzi rallagrano la nostra vita…ecco perché piace…( ho usato il presente a volte…beh è sempre presente in effetti in me..)….Luciano e.u. Dalmonego**DesignerPrecario*
Mi fa piacere apprendere che ci sono eventi interessanti nello studio fondato da Pier Giacomo Castiglioni, di cui successivamente è entrato a farne parte il fratello minore Achille.
Mi dispiace constatare, ancora una volta, che una rivista precisa come Design Street, dimentichi completamente la figura di Pier Giacomo Castiglioni.
Non vorrei che queste dimenticanze creassero un “falso storico”.
Giorgina Castiglioni
Ciao Giorgina. Ti ringrazio della giusta precisazione. I nomi di Achille e Pier Giacomo Castiglioni sono legati a molti oggetti che hanno fatto la storia del design. Non conoscevamo le informazioni che ci hai dato e abbiamo provveduto subito ad aggiungere il nome di Pier Giacomo nel post.
Tu che ci segui con passione da tempo, sai che Design Street cerca di essere un punto di riferimento preciso e attendibile. Per questo mi scuso personalmente con te e con il tuo “grande” genitore per la imperdonabile “svista”.
Massimo Rosati