“Palazzo Citterio, verso la grande Brera”.
In occasione dell’apertura ufficiale al pubblico, un nuovo volume di Skira riassume e illustra le vicende dei progetti e dei lavori per Palazzo Citterio, il nuovo polo artistico milanese situato nello storico quartiere di Brera.
Nel 1972 lo Stato italiano acquista questo antico palazzo signorile con annesso terreno, che varie famiglie nobili si sono passate di mano, compiendo un atto di normale interesse pubblico, ma che da noi assume strada facendo, una strabiliante eccezionalità, aprendo le sue porte al pubblico il 18 aprile scorso.
Una lungimiranza statale talmente rara, che viene ricondotta all’ordinario e disinnescata in modo sistematico: incertezze, opposizioni, lungaggini, coprono alla fine quasi cinque decenni. Alla lentezza non si fanno mancare le polemiche, anche fino a pochi giorni dall’apertura, contribuendo se non altro a motivare addetti e pubblico a prendere visione diretta delle scelte e dei risultati.
In merito va detto onestamente che, escluso il parapetto in cemento di una scala incredibilmente affiorante nella corte, tutto il resto appare realizzato in termini di correttezza se non di eccellenza. Anche gli spazi esterni si sono valsi di scelte felici e realizzazioni adeguate, e si attende ora il passo finale del collegamento con il confinante Orto botanico che consentirà alla Grande Brera, con o senza passerella vetrata, di esistere e funzionare.
A cura di Antonella Ranaldi, Paolo Savio, Annamaria Terafina, il testo raccoglie interventi e materiali che per qualità e quantità, possono soddisfare tutte le esigenze e curiosità di addetti o semplici amanti della città. In calce sono riportate anche tutte le figure coinvolte; particolarmente esplicativa da un punto di vista storico, ma soprattutto “antropologico”, la sezione della cronologia completa di tutti i passaggi.
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