Design Street intervista Mattia Biagi in occasione del lancio di MC+, il nuovo brand di cui è ideatore e art director insieme a Cardenio Petrucci.

Abbiamo incontrato il designer e artista Mattia Biagi durante la Milano Design Week 2023, in occasione del lancio di MC+, il nuovo brand di cui è ideatore e art director insieme al designer Cardenio Petrucci. Un progetto partito con una collezione di prodotti limited edition per il living e il bagno, in cui grande protagonista è il marmo.

Entrambi di base negli Stati Uniti e uniti da una ventennale amicizia, Mattia Biagi e Cardenio Petrucci vantano una lunga esperienza nel mondo dell’arte e del design. Due mondi che hanno deciso di far incontrare nel loro brand MC+.
La loro prima collezione è Concinnitas, una linea di arredi scultorei composta da cinque proposte: il tavolo e panca Holy, il mobile bar Clover, il lavabo e la vasca da bagno Cake, il divano Thomas Gray e lo specchio Void. Cinque progetti tra arte e design caratterizzati dall’impiego di materiali pregiati e dalla cura delle lavorazioni artigianali. Il tutto rigorosamente made in Italy.

Ecco cosa ci ha raccontato Mattia Biagi.

D.S. Come vi siete conosciuti e com’è nata l’idea di creare insieme un brand di design?

M.B. Ci siamo conosciuti 20 anni fa. Tutti e due viviamo negli Stati Uniti, io a Los Angeles, Cardenio a San Francisco. All’epoca io facevo parte del team creativo di Giulio Cappellini, mentre Cardenio aveva aperto un negozio a San Francisco, dove rappresentava grandi brand italiani come Boffi, Poliform, Molteni. Già allora c’era una forte sintonia tra di noi e negli anni abbiamo collaborato. Una delle mie prime installazioni d’arte è stata proprio nella galleria di Cardenio.
Vivendo in città distanti, ognuno ha fatto il suo percorso fino a quando l’anno scorso siamo stati creator director di un’azienda di bagni e cucine, per la quale abbiamo sviluppato una piccola collezione. È stato in quel momento che abbiamo pensato di creare qualcosa per noi. Un progetto tutto nostro, in cui non avere restrizioni di alcun tipo. E poiché io ho lavorato nel mondo dell’arte e Cardenio nel design, abbiamo deciso di combinare queste due esperienze, disegnando una collezione di pezzi limitati che giocasse con questi due mondi.

D.S. Qual è la visione alla base di MC+?

M.B. L’idea è stata quella di creare sculture con una funzionalità. Arredi da scoprire, che spingano le persone a farsi delle domande. Il mobile bar della nostra prima collezione, ad esempio, è concepito come un’opera d’arte. Da chiuso non si riesce a capire cosa sia, ma ha un carattere che va al di là della sua funzione.
Il punto di partenza del nostro progetto sono state le grandi ville americane. Case che, soprattutto in California, sono concepite come gallery, luoghi in cui organizzare eventi. Un’idea di casa molto diversa da quella che abbiamo in Italia.
Per dare valore al Made in Italy, abbiamo deciso di tradurre questa nostra idea attraverso le sapienti mani degli artigiani italiani.

D.S. La prima collezione di MC+ è Concinnitas, una linea di arredi per il living e il bagno. Puoi raccontarci qualcosa di più sul progetto?

M.B. Concinnitas è una collezione di arredi scultorei in edizione limitata pensata soprattutto per le case delle celebrities e delle rockstar americane. Abitazioni simili a delle gallery, come dicevo prima. Ad esempio, nel divano abbiamo prestato molta attenzione allo schienale perché nelle grandi ville americane il sofà è al centro della stanza e deve essere rifinito da tutti i lati. Anche se questo non esclude la possibilità di inserirlo in una versione più piccola all’interno di un appartamento milanese, dove lo vedrei bene in dialogo con delle sedute di Gio Ponti. Così come il mobile bar potrebbe trovare posto accanto a un tavolo di Frattini o a un pezzo di antiquariato.

D.S. Il materiale protagonista della collezione Concinnitas è il marmo. Perché questa scelta?

M.B. L’utilizzo del marmo nasce dall’idea di dare voce agli artigiani italiani. Io ho un carissimo amico a Los Angeles che viene da una famiglia di marmisti, proprietari di una cava a Carrara. Loro capiscono benissimo le mie esigenze perché fanno sculture, hanno realizzato progetti per Maurizio Cattelan e per altri grandi artisti. Il confronto con loro mi ha spinto a creare qualcosa in marmo.
Il divano abbiamo avuto l’esigenza di ammorbidirlo, quindi ci siamo rivolti a chi si occupa di imbottiti in Brianza, a chi da generazioni fa divani per grandi aziende. Per il mobile bar, volevamo invece creare un dialogo con il fashion perché Milano è anche moda. E poi io ho lavorato nella moda e mia moglie è una fashion designer. Il mobile è stato, infatti, tutto rivestito di pelle con una macchina sottovuoto di proprietà di un ragazzo che fa valigie e custodie per occhiali, conosciuto proprio attraverso mia moglie.

D.S. I prossimi progetti?

M.B. La prossima collezione sarà più leggera. Vorremmo dare spazio a giovani che stanno scoprendo nuove tecnologie, attente all’ambiente. Ci piace tanto la tecnologia laser, il 3D. Per esempio, la struttura del mobile bar è un legno impiallacciato tutto disegnato in 3D e scavato al laser. Il marmo è stato realizzato con tecnica waterjet e poi rifinito a mano. Mi piace l’idea di unire tecnologia e artigianalità.

D.S. Los Angeles e San Francisco. Entrambi vivete negli Stati Uniti. Com’è per un designer vivere e lavorare negli USA?

M.B. Essendo un po’ eclettico, fuori dagli schemi, a Los Angeles ho trovato un grande senso di libertà, la possibilità di essere pienamente me stesso. Inoltre, se sei italiano e fai arte e design, negli Stati Uniti sei considerato una rockstar.
Due anni fa sono diventato ambasciatore italiano del design per gli Stati Uniti e mi sono detto che la mia missione era quella di dare voce agli artigiani italiani. Non è facile penetrare nel mercato americano, io ci sono già dentro e se posso portare il Made in Italy, che è enormemente apprezzato, lo faccio tutta la vita. Sono fiero di essere italiano, ma sono felice di vivere negli USA.

D.S. Cos’è per te la Milano Design Week?

M.B. Stupenda. Imperdibile. Imbattibile. Per l’energia, per la gente, per la città, per tutto. Per questo il lancio della prima collezione lo abbiamo fatto a Milano. E poi che dire degli spazi di questa città. Aver potuto mostrare le nostre opere qui all’Istituto dei Ciechi è stato incredibile. Abbiamo cercato uno spazio che avesse già in sé una sua particolarità, un suo carattere. Milano forever.

Author

Una laurea in Lettere Moderne e un amore sconfinato per il design. Mi occupo di comunicazione, creando contenuti per agenzie di comunicazione, studi di design e aziende di arredamento.

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