Lo scenografico lavabo freestanding Intreccio, disegnato da Paolo Ulian per antoniolupi, ha meritato la menzione d’onore al XXVI Compasso d’Oro, edizione 2020.
Intreccio è un lavabo in marmo. O, per dirla meglio, è un lavabo scultura in marmo. Un prodotto straordinario, geniale e poetico al tempo stesso, che nasce dall’incontro fra la grande creatività del designer Paolo Ulian e l’intuito di antoniolupi per il design innovativo, quello che rompe gli schemi e apre nuove strade. Con Intreccio Paolo Ulian vuole ribaltare l’idea del marmo come materiale pesante e dargli un’idea di leggerezza prima d’ora impensabile. Intreccio diventa così un “cesto per l’acqua” con la forma di un fiore che nasce da un unico blocco di marmo.
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Il progetto del lavabo Intreccio è la naturale evoluzione del percorso intrapreso più di un anno fa da antoniolupi e Paolo Ulian. Intreccio conferma anche la passione del designer toscano per il marmo e la sua grande attenzione, condivisa da antoniolupi, per i prodotti sostenibili a “scarto zero”.
Il marmo viene tagliato grazie alle nuove tecnologie di lavorazione a controllo numerico. In questo modo è stato possibile ottenere una serie di elementi curvilinei molto sottili. Tutti con la stessa forma, ma di dimensioni crescenti. È sufficiente montare i pezzi uno sopra l’altro, ruotandoli leggermente, per costruire il volume tridimensionale del lavabo freestanding Intreccio.
Grazie al progetto di forme concentriche, è stato possibile tagliare un elemento dentro l’altro, come una Matrioska, e ridurre al minimo lo scarto del marmo. Così dallo stesso blocco di marmo con cui normalmente si ricava un solo lavabo, ne vengono ricavati ben 4 (guarda gli schizzi di Paolo Ulian in fondo all’articolo). Inoltre, il prodotto così ottenuto risulta estremamente leggero, se pensiamo che è interamente realizzato in marmo. Pesa infatti “solo” 55 kg.
Intreccio di Paolo Ulian per antoniolupi è un lavabo iconico, scultoreo, che diventa protagonista della stanza da bagno contemporaneo. Un oggetto unico e sempre diverso per diverse ragioni. Innanzitutto perché (come sa bene chi ama le pietre naturali) non potranno mai esistere due oggetti uguali fatti col marmo.
Poi perché la forma può variare in base a come lo si compone. Infine, perché cambia il gioco di chiaroscuri e il ritmo tra pieni e vuoti in base alla luce che lo colpisce e che sottolinea l’alternarsi tra le linee concave e quelle convesse.