Con un cerimoniale insolitamente informale, con un stile molto mediatico da “and the winner is…”, si è svolta ieri 14 giugno a Milano, nella settecentesca cornice di Palazzo Isimbardi la premiazione del XXIV Compasso d’Oro ADI. Un “parterre” da grandi occasioni ha atteso curioso che fossero svelati i nomi dei 13 progetti vincitori.
Luciano Galimberti, il presidente dell’ADI che con giusto orgoglio ha presentato questa edizione, ha ribadito che la premiazione del Compasso d’oro tornerà ad essere biennale, mentre un rappresentante del Governo ha dato una notizia davvero interessante e che porterà una grande novità nel mondo del design: dal prossimo anno, il giorno 2 marzo sarà dichiarato “Giornata internazionale del design.
Tutti siamo d’accordo che il Compasso d’oro sia uno dei premi più ambiti e importanti del design non solo italiano ma del mondo intero, come ha sostenuto il presidente Galimberti, paragonando questo premio al Nobel del design. A me personalmente più che il Nobel viene in mente però premio Oscar. Il Compasso d’oro è un premio indiscutibilmente importante, probabilmente il più prestigioso, dato ai grandi protagonisti della storia del design. Ma che, per continuare la metafora cinematografica, proprio come il celebre premio Hollywoodiano, è più orientato verso le grandi produzioni che verso quelle indipendenti, che invece si vedono in festival più piccoli e decentrati.
Il vero problema dei premi del design, è che se il Compasso d’oro è paragonabile all’Oscar di Los Angeles, sinceramente non saprei dire quale premio rappresenti Venezia, Cannes, o il Sundance film festival…
Forse devono ancora inventarlo, ma spero davvero che qualcuno ci pensi al più presto!
Ma torniamo a Milano e in particolare alla cerimonia di premiazione. Durante l’evento ho avuto modo di raccogliere molti giudizi: tanti positivi, alcuni più scettici, altri decisamente critici sulla scelta dei “soliti noti”. Un pensiero in parte condivisibile, visti i nomi delle aziende vincitrici (Alessi, Artemide, Flos, Luceplan, Ferrari…), ma per fortuna parzialmente smentito da alcune scelte meno scontate, come la bella “Lunetta” di Paloma, il progetto per il sociale di Giulio e Valerio Vinaccia, o il premio al designer Emanuel Gargano che (questo è fiuto!) avevo già segnalato in tempi insospettabili, riconoscendogli il premio “X Factor” per il design in un mio recente report dal Salone del Mobile e segnalandolo come una delle scoperte del Fuorisalone 2016.
Come ogni premio Oscar che si rispetti, anche i prodotti selezionati per il XXIV Compasso d’Oro ADI appartengono a diverse categorie: dall’arredamento all’illuminazione, dai mezzi di trasporto ai servizi, agli oggetti personali e sportivi.
Durante la cerimonia sono stati proclamati i vincitori dell’edizione 2016, ai quali si sono aggiungerti i Premi alla Carriera, i Premi internazionali e i riconoscimenti della Targa Giovani, assegnati ai progetti realizzati nelle scuole di design italiane.
Il XXIV Compasso d’Oro ADI alla Carriera
Il XXIV Compasso d’Oro ADI è andato a 12 personaggi, tra designer e imprenditori, che hanno fattola storia del design, come Carlo Bartoli, Luciano Benetton, Ugo La Pietra, Fabio Lenci, Antonio Macchi Cassia, Ezio mancini, Franco Moschini, Roberto Pezzetta e Rodrigo Rodriguez. I tre premi internazionali alla carriera a Makio Hasuike (che come ha sottolineato sul palco, vive in Italia da oltre 50 anni!), al grande inventore/imprenditore/innovatore James Dyson e a Ron Arad che ha ringraziato Milano che lo ha scoperto come designer. Chi sa se il suo buffo cappellino se l’è disegnato da solo?
Ecco tutti i vincitori del XXIV Compasso d’Oro ADI
Ma ecco finalmente tutti i premi divisi per categoria e in ordine assolutamente casuale.
Noi non diamo volutamente alcun giudizio sui progetti premiati, ma ci farebbe davvero piacere avere un vostro commento a riguardo!
CATEGORIA: Design per l’abitare
5mm
Rubinetterie3M
Giampiero Castagnoli, Marco Fagioli, Emanuel Gargano
Ascent
Luceplan
Daniel Rybakken
OK
Flos
Konstantin Grcic
Ossidiana
Alessi
Mario Trimarchi
CATEGORIA: Design per la comunicazione
Auditorium Giovanni Arvedi
Fondazione Giovanni Arvedi e Luciana Buschini
Giorgio Palù, Michele Bianchi
CATEGORIA: Design per il sociale
Design as a Development tool
UNIDO – United Nations Industrial Development Organisation
Giulio Vinaccia, Valerio Vinaccia
CATEGORIA: Design per la mobilità
Ferrari – FXX K
Ferrari
Flavio Manzoni – Ferrari Design con Werner Gruber – Ferrari Design
Monokini
Baglietto
Francesco Paszkowski Design (exterior design), Alberto Mancini Design (interior design), Baglietto (naval architecture)
CATEGORIA: Design per il lavoro
FlaP
Caimi Brevetti
Alberto Meda, Francesco Meda
Vela
Tecno
Lievore Altherr Molina
Design per la persona
Lucetta
Palomar
Emanuele Pizzolorusso
Omnia
Technogym
Technogym Design Center
Twin Gate
Grivel
R&D Grivel con Maurizio Gallo
In mostra a Milano i 237 prodotti del XXIV Compasso d’Oro ADI
Nel cortile e nelle sale dello storico palazzo milanese resterà aperta fino al 22 giugno una mostra che presenta i 237 prodotti di design che hanno concorso al massimo riconoscimento per il design italiano, da molti considerato il “premio Oscar” del design,
I prodotti vincitori andranno ad accrescere il patrimonio della Fondazione ADI Collezione Compasso d’Oro, che raccoglie gli oggetti selezionati con il premio dal 1954
L’esposizione dei progetti premiati, di quelli selezionati dall’ADI Index e delle menzioni speciali, sarà visitabile a Palazzo Isimbardi, via Vivaio 1, Milano, dal 15 al 22 giugno con i seguenti orari: dal lunedì al venerdì, ore 9-18. Sabato e domenica chiuso
7 Comments
Bravo Massimo, hai realizzato un giornale on line molto stimolante… Complimenti. Mi sono letta tutto il pezzo del Premio Compasso d’Oro! Alessandra
Grazie Alessandra. Accetto volentieri i tuoi complimenti, mai scontati. A presto, M
Caro Massimo,
è stata veramente una bellissima manifestazione in un contesto di grande prestigio, come è giusto che sia.
Non entro nel merito delle scelte dei prodotti selezionati e premiati, la qualità generale è buona ma non ho provato nessuna emozione, mi limito a fare alcune osservazioni.
1. Nei Compassi alla carriera neanche uno assegnato a protagoniste femminili del mondo del design e questo è grave
2. Fatalmente il Compasso d’Oro resta sempre molto, direi troppo, autoreferenziale, è il suo grande limite.
3. Non mi pare ci sia nessuna autoproduzione premiata e lo stesso termine “industriale” è oggi troppo limitativo direi superato.
Come Milano Makers fin dalla nostra fondazione siamo impegnati per dare una giusta collocazione ai designers indipendenti e su questo presto ci saranno novità, ovviamente aperte a chiunque vorrà collaborare. Insomma i tempi sono maturi per un Sundance/ Tribeca festival del design
Caro Cesare. Concordo pienamente con quello che dici. Aggiungerei altri punti, tra i quali quello che mi sta più a cuore è il seguente: un premio così autorevole non deve essere a pagamento… e il fatto che lo siano tutti o che sia una fonte di sostentamento dell’ADI (come ha provato a spiegarmi un amico, membro della giuria) non mi sembra comunque una buona giustificazione. Mi farà molto piacere approfondire con te l’argomento. A presto,
Massimo
Caro Massimo,
noi, come Milano Makers, abbiamo già cominciato a dibattere sulla figura del “designer” che a oggi non gode di uno status definito e di conseguenza di nessuna tutela a partire da quella del proprio lavoro, se hai voglia, sul nostro sito puoi trovare il video del recente dibattito. Un premio indipendente per i designers indipendenti manca e sarebbe ora di metterlo in piedi, noi ci siamo.
Non credo sia corretto quello che scrivi a proposito di “produzioni indipendenti”. Il design non è il cinema. Il cinema è arte, il design è il progetto di oggetti che assolvono a funzioni ben concrete e dove la parte “artistica” è una componente intrinseca molto marginale.
Il paragone con l’oscar non regge. Volendo proprio percorrere la metafora cinematografica sono ben altri i premi “commerciali”, legati a fiere espositive, con numero di premiati ben superiori, selezioni molto più grossolane e costose.
Certamente potrebbe essere interessante inserire anche un categoria per i cosiddetti “makers”, purché le loro creazioni rispondano a funzioni e bisogni reali nel rispetto delle basi della disciplina del design. Per il resto, design industriale, lo dice la parola stessa, e’ produzione di serie per definizione.
Per produttori indipendenti intendo coloro che progettano, producono e commercializzano le proprie opere di design, due esempi fra i tanti: Domodinamica dal 90 al 93 e Produzione Privata.
Per quanto riguarda il concetto di “Disciplina del Design”, ho la ragionevole certezza che siamo uin una fase di rapidissima evoluzione e quindi è bene cercare di adeguarsi. E’ di questi giorni la notizia che ICSID (International Council of Societes of Industrial Design) ha mutato il proprio nome in WDO (World Design Organisation) e questo perchè il concetto di Design è profondamente mutato e legarlo al solo Industrial Design è troppo limitativo.
Tra l’altro a brevissimo come Milano Makers annunceremo un progetto realmente innovativo che rispetterà in pieno tutti i criteri dello Sharing Design.