Dal 13 maggio al 9 novembre 2025, gli spazi della Triennale esplorano il tema delle disuguaglianze che attraversano in diversi ambiti il mondo contemporaneo. Ecco il programma.

Una riflessione sulle crescenti disuguaglianze che caratterizzano il mondo contemporaneo: è questo il tema al centro della 24ª Esposizione Internazionale di Triennale Milano, intitolata appunto Inequalities, in programma dal 13 maggio al 9 novembre 2025. Un tema che sarà affrontato attraverso uno sguardo trasversale, interrogandosi sulle sfide globali legate alle differenze presenti in vari ambiti: da quello economico a quello etnico, dalla provenienza geografica al genere.

“Dentro le sale della nostra Triennale, per sei mesi, parleremo di diseguaglianze. Lo faremo parlando di città e spazi, ma anche di corpi e vite. Lo faremo grazie a una serie di esposizioni che mostreranno come ricchezze immense siano oggi nelle mani di un minuto pugno di individui. E di come oggi nascere poveri sia una condizione irreversibile per milioni e milioni di abitanti del pianeta”, afferma Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano. “Ma nella mostra che visiterete incontrerete anche le buone idee, le politiche attente, i progetti migliori che sanno a volte trasformare le diseguaglianze in fertili differenze, in qualità condivise che permettono a individui pur differenti di scambiarsi valori, arricchendosi reciprocamente”.

Un grande progetto collettivo

Per andare a comporre questo grande progetto collettivo, Triennale Milano ha coinvolto influenti personalità internazionali del mondo dell’arte, del design e dell’architettura. Tra i curatori e le curatrici che partecipano alla 24ª Esposizione Internazionale ci sono infatti Norman Foster, architetto vincitore del Pritzker Architecture Prize, Beatriz Colomina, storica dell’architettura alla Princeton University, Mark Wigley, architetto e docente della Columbia University di New York, Hans Ulrich Obrist, direttore delle Serpentine Galleries di Londra, Theaster Gates, artista interdisciplinare che unisce pratica sociale, performance e scultura. Verranno esposti i progetti di alcuni dei più importanti architetti al mondo, tra cui i vincitori del Pritzker Prize Kazuyo Sejima e Alejandro Aravena; Elizabeth Diller, dello studio newyorkese Diller Scofidio + Renfro; Boonserm Premthada, architetto e artista fondatore del Bangkok Project Studio; oltre al contributo dell’artista e regista Amos Gitai, importante figura del cinema contemporaneo. E il Premio Nobel per l’economia Michael Spence terrà una lecture durante la cerimonia di inaugurazione, il 12 maggio.

Inoltre, l’Esposizione ha coinvolto per la prima volta 5 atenei milanesi – Università degli Studi di Milano-Bicocca, Università Bocconi, Università Cattolica del Sacro Cuore, Politecnico di Milano e Università degli Studi di Milano – e vede la partecipazione della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico.

Tra geopolitica e biopolitica

Per affrontare un tema così ampio e complesso, Triennale Milano ha raccolto pensieri, idee e proposte di ricercatori, creativi e studiosi di varie discipline, provenienti da diverse parti del mondo, mantenendo due direttrici principali: la geopolitica delle diseguaglianze e la biopolitica delle diseguaglianze.
Il piano terra del Palazzo dell’Arte ospiterà le riflessioni sulla dimensione geopolitica, riferite soprattutto al mondo delle città. La mostra Cities, a cura di Nina Bassoli, costruirà una riflessione corale sulla nuova dialettica tra ricchezza e povertà, società e comunità, ecologie e città, in dialogo con le Partecipazioni internazionali. Un progetto espositivo a cura della Norman Foster Foundation affronterà la crisi abitativa in contesti emergenziali. Lo spazio Cuore, archivio e centro studi di Triennale, ospiterà un approfondimento dedicato al capoluogo lombardo, coordinato da Seble Woldeghiorghis, curato da Damiano Gullì, e Jermay Michel Gabriel per Black History Months Milano, con la collaborazione scientifica del Social Inclusion Lab dell’Università Bocconi.

Il primo piano sarà invece dedicato alle implicazioni biopolitiche delle diseguaglianze sociali, economiche e di genere. La mostra We the Bacteria: Notes Toward Biotic Architecture, a cura di Beatriz Colomina e Mark Wigley, ripenserà le disuguaglianze come una questione batteriologica, approfondendo modelli spaziali, politici, etici, architettonici e urbani alternativi ispirati alle comunità batteriche. A journey into biodiversity. Eight forays on planet earth, progetto curato da Telmo Pievani e sviluppato con l’università degli Studi di Milano Bicocca e il National Biodiversity Future Center (NBFC), analizzerà le disuguaglianze da una prospettiva biologica, interrogando la relazione tra biodiversità, cambiamento climatico, salute ambientale e migrazioni. The Republic of Longevity. In health equality we trust, a cura di Nic Palmarini con Marco Sammicheli, esplorerà il tema delle disuguaglianze legate alla speranza di longevità in buona salute. Theaster Gates tratterà il tema delle disuguaglianze attraverso lo sguardo di saperi artigianali perduti e ritrovati, trasformando lo spazio di Casa Lana di Ettore Sottsass in un archivio di ceramiche giapponesi provenienti dalla città di Tokoname. La mostra curata da Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, in collaborazione con Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, racconterà la storia dell’istituzione milanese della Ca’ Granda, con una selezione dei ritratti d’artista dei principali benefattori dell’Ospedale Maggiore. Un’installazione creata con l’intelligenza artificiale, coordinata da Donatella Sciuto con Nicola Gatti, Ingrid Paoletti e Matteo Ruta del Politecnico di Milano, inviterà i visitatori a immergersi nel tema mediante la simulazione di diverse condizioni biopolitiche.

Come per le passate edizioni, la 24ª Esposizione Internazionale ospiterà anche una sezione dedicata alle partecipazioni internazionali. Poiché i contesti urbani sono il luogo dove le diseguaglianze crescono sempre più rapidamente, ogni padiglione nazionale si concentrerà su una specifica città per costruire una riflessione corale, cercando di individuare le proposte politiche più avanzate per ogni contesto.

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