Vismara Vetro press tour 2018: come nascono i box doccia in vetro temprato
Di recente ho avuto la fortuna e l’opportunità di visitare Vismara vetro, azienda leader nella produzione e nella lavorazione del vetro, specializzata in particolare nella realizzazione di box doccia innovativi, resistenti e di design.
Una realtà produttiva situata nel cuore della Brianza dove, insieme a un piccolo gruppo di blogger e giornalisti, ho potuto vedere l’altissimo livello di qualità dei vetri temprati che Vismara Vetro lavora quotidianamente.
Una qualità che il titolare, Elia Vismara in persona, ci ha fatto sperimentare direttamente lanciandoci una sfida che a tutti noi pareva impossibile…
Ma di questo, abbiate ancora un po’ di pazienza, parlerò alla fine del post.
La storia di Vismara Vetro
Il tour in azienda è partito con un breve racconto della storia di Vismara Vetro che Elia, con motivato orgoglio, ci ha raccontato. Una storia che, come spesso accade nella miglior tradizione manifatturiera italiana, è anche una storia di famiglia.
Vismara Vetro è nata 70 anni fa come fabbrica per la lavorazione e per l’argentatura del vetro, materiale del quale la famiglia Vismara aveva già grande esperienza. Già nel 1907, parliamo di oltre 100 anni fa, il suo avo Giuseppe Vismara lavorava infatti a Mariano Comense come rappresentante di vetri, cristalli e specchi.
L’azienda Vismara vetro, continua il titolare, è stata poi fondata ufficialmente nel 1947 da suo nonno Elia (dal quale ha ereditato anche il nome), per passare poi a suo padre (l’ingegner Giuseppe, come lo chiamano in azienda) e infine ai due figli: Elia e Stefano, oggi Amministratore e Direttore Produzione
La svolta degli anni 60
La svolta avviene negli anni 60, continua Elia Vismara, quando si decise l’acquisto di un forno per temprare il vetro. Un’innovazione che allora ha aperto moltissime porte e che ha dato il via a una produzione industriale che continua a grandi ritmi ancora oggi.
“Già in quegli anni realizzavamo i primissimi box doccia, ma era una produzione saltuaria e assolutamente su misura”, continua Elia Vismara. “Fino a quando, negli anni 70, nasce finalmente la cabina doccia come la intendiamo oggi: un elemento industriale basato su un sistema modulare piuttosto semplice, fatto di telai in metallo (in quegli anni si usava anche il legno…) e pareti in vetro a protezione della pedana della doccia.
Il design entra in azienda
A differenza di altri paesi, dove il box doccia è considerato prevalentemente un oggetto funzionale, in Italia ha assunto una connotazione di design molto importante. Non è difficile da credere, no?
Questo ha fatto sì che aziende come Vismara vetro, già note per l’evidente qualità della lavorazione e per la sicurezza dei suoi vetri, garanzia insdispensabile in questo settore, abbiano avuto gioco facile a puntare sul design come elemento distintivo.
Un’idea che si è dimostrata vincente e che ha portato oggi Vismara vetro ad avere un ricchissimo catalogo di box doccia di design, tutti certificati dalle più rigide istituzioni internazionali per i controlli di qualità.
Il nostro tour è proseguito nella visita allo show-room, interno all’azienda, che unisce due funzioni. Mostrare le ultime novità (in termine di prodotti, di lavorazioni e di tipologie di vetro) e al tempo stesso raccontare la storia di Vismara Vetro attraverso i suoi prodotti. Dai primi modelli, incredibilmente attuali nonostante l’età, ai prodotti top che hanno segnato il successo dell’azienda nel corso degli anni.
Alla scoperta dei cristalli di sicurezza per i box doccia
Dopo lo showroom siamo passati a visitare il reparto produttivo, un momento che tutti noi aspettavamo con trepidazione.
Un’attesa ricca di aspettative, ampiamente ricompensate dalla visione delle varie fasi in cul le enormi lastre di 6 metri per 3,20 vengono scaricate e divise per tipologia e spessore.
Al bisogno, una macchina con bracci a ventose preleva la lastra, la deposita su un piano e la taglia nei formati desiderati. Poi la lastra passa al reparto molatura e infine viene fatta passare nel forno per la tempratura.
Un lavoro combinato di uomini e di macchinari di altissima tecnologia che porta a risultati che, come dicevo in apertura, abbiamo potuto toccare con mano.
Anzi… dovrei dire “toccare con piede” dato che alla fine del tour guidato, come anticipavo a inizio post, siamo stati sfidati da Elia a rompere una lastra di cristallo salendoci sopra con i piedi.
La sfida…
La scena era questa:
Immaginate una lastra in cristallo temprato di 1 metro e 80 cm per 60 cm circa. Bene. Immaginate ora di posarla, come un ponte tibetano, su due supporti in legno. Fatto? Fin qui, tutto molto semplice…
La sfida consisteva nel salirci sopra per testare la flessibilità e la resistenza della lastra stessa.
Prima uno, poi due, tre e infine quattro. Tutti sopra (a un calcolo approssimativo, saranno stati 260 kg buoni…) a dondolare, cercando inutilmente di spezzarla.
Inutile. Elia ha allora preso un martello (di quelli classici da muratore, con mazza in ferro) per cercare di romperla a martellate, ma anche questo si è dimostrato inutile. “Questo”, ha concluso Elia Vismara, “è il cristallo di sicurezza che tempriamo noi e che usiamo nelle nostre docce”.
Nessuna parola avrebbe potuto spiegare meglio il concetto…