Immuro è un concept grafico che si ispira ai colori e ai sapori dei muri delle città.
Riccardo Coppetta (in arte e nella vita Ri.Co) ne è l’inventore e ha tradotto (per ora) questa ricerca visiva e fotografica sui muri in: foulard, scialli e sciarpe in seta e cachemire.
Ma chi di noi li guarda davvero i muri? Eppure esistono… sono la pelle di una città, il suo colore, le sue scoloriture, la vita che vi trascorre, i mondi che la attraversano. Sono quel ricordo imperfetto che ci portiamo con noi dopo averla visitata senza saperne definire il gusto. Sono esattamente quel sapore indefinito di un luogo o di un quartiere che ci rimane attaccato addosso dopo averlo visto la prima volta.
E non c’entrano nulla con i simulacri della storia: i monumenti, le testimonianze artistiche delle città nelle cartoline delle nostre vite nutrono l’identità delle città. Ma sono identità da cartolina: tutti possono fotografarle, comprarle in forma di souvenir e diventano lo skyline di un viaggio, di un ricordo, o anche di una esistenza. I muri invece non diventano mai souvenir, sono superfici solo apparentemente neutre, che non si lasciano veramente vedere perché esistono e basta.
In realtà ci raccontano storie, evocano saperi e vite vissute: diventano così, per un fashion designer, un nuovo territorio di caccia; il creativo (parola oramai abusata) ne cattura scorci, frammenti, germogli di qualcosa o qualcuno che vi ha seminato traccia.
Le città visitate da Ri.Co finora sono: Firenze (prima collection nel gennaio 2012), Venezia-Burano nell’ottobre dello stesso anno, Roma nel gennaio 2013 e Londra nell’ottobre 2013. Sono state presentate in più edizioni di Pitti Uomo e della Fashion Week a Parigi.
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