Gli oggetti tipici dell’artigianato ciociaro rivivono in MÒSHÌ, il progetto di Giulio Iacchetti e NINE associati. Tra anfore in terracotta e rame, campanelle di ceramica e calzature tradizionali rilette con uno sguardo contemporaneo.

Rilanciare l’artigianato della Ciociaria con il design. È questo in breve il senso di MÒSHÌ, il progetto curato dall’architetto Paolo Emilio Bellisario, in collaborazione con il designer Giulio Iacchetti, lo studio di architettura multidisciplinare NINE associati  e la casa editrice Iam Edizioni.

MÒSHÌ, tipica espressione del dialetto ciociaro che vuol dire “Adesso sì!”, è infatti un viaggio tra i simboli dei territori del basso Lazio. Un viaggio iniziato alla fine del maggio 2019, quando il gruppo di creativi si è avventurato in una tre giorni alla scoperta dei manufatti e delle forme archetipiche della tradizione laziale. “Tre giorni in una terra ricca di tradizione sono serviti per cercare di comprendere la storia di tanti oggetti che, nati in epoche remote, ancora trasmettono l’identità di un popolo e di un’antica area geografica”, racconta Giulio Iacchetti.

Quattro filoni di ricerca

In seguito al confronto con artigiani, ceramisti, pellettieri e falegnami, Giulio Iacchetti ha deciso di sviluppare quattro filoni di ricerca e produzione di manufatti. Dalle anfore in terracotta e rame alle campanelle in ceramica di Arpino, fino alle ciocie, le antiche calzature in cuoio della Ciociaria. Ognuno reinterpretato con uno sguardo inedito, ma rispettoso della tradizione. Il designer ha infatti mantenuto l’essenza simbolica degli oggetti, eliminando le connotazioni marcatamente folkloristiche. Il risultato è una collezione di prodotti ispirati alle lavorazioni, ai materiali e alla storia locale, riletti però con un twist contemporaneo.

Presentato alla comunità locale nell’ottobre 2019, MÒSHÌ è entrato nella sua fase di prototipazione e sviluppo a partire dal gennaio 2020. La collezione di oggetti è stata lanciata in anteprima nel dicembre 2022 presso il Museo Duilio Cambellotti di Latina, in occasione dei 90 anni dalla data di fondazione della città.

Ecco gli oggetti che compongono il progetto.

La collezione MÒSHÌ

CANNATE

CANNATE è una piccola collezione di vasi che reinterpreta la cannata, il tipico contenitore in terracotta utilizzato per dissetarsi durante il lavoro nei campi.
Il progetto è stato realizzato in collaborazione con l’artigiano Fiorello Pietrobono.

CONCA

La conca, il classico contenitore in rame usato per il trasporto dell’acqua, è reinterpretato in questo manufatto con linee continue e armoniose. La memoria dell’oggetto è rispettata mantenendo inalterata la proporzione dei volumi (due tronco-coni contrapposti) e l’impiego della lamiera di rame.
Il progetto è stato realizzato in collaborazione con l’artigiano Federico Mosca.

STUDIO PER UNA NUOVA CIOCIA

Ridurre l’antica calzatura ciociara all’essenziale. Da qui nasce questo studio preliminare di una calzatura estiva semplice e leggera, pensata per introdurre il concetto di ciocia nel mondo degli accessori per la persona.
Il progetto è stato sviluppato all’interno dello studio di Giulio Iacchetti con la consulenza di Vibram.

CAMPANELLE

Simbolo dell’amore di coppia, le classiche campanelle di Arpino sono reinterpretate sotto forma di un unico oggetto, per sottolineare l’unità di due persone che decidono di condividere la propria vita.
Il progetto è stato realizzato in collaborazione con l’artigiano Roberto Tersigni.

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