Design Street ha incontrato Sebastian Herkner durante la Milano Design Week 2023. Ecco cosa ci ha raccontato.
Abbiamo incontrato Sebastian Herkner in occasione della presentazione di Hansa, la collezione di maniglie che ha disegnato per Ento. Una maniglia dalle forme morbide e gentili che trova ispirazione nel progetto di edilizia sociale Hansaviertel di Berlino, oggi Interbau.
Designer di fama internazionale, Sebastian Herkner ha firmato arredi e oggetti per alcune delle più importanti aziende del settore: da Moroso a Zanotta, da Thonet a Gubi, da Emu a Cappellini, solo per citarne alcune. A guidare ogni suo progetto, un profondo amore per l’artigianato tradizionale, una particolare sensibilità per colori, materiali e texture e una grande curiosità verso culture diverse.
Ecco cosa ci ha raccontato.
D.S. Partiamo dal passato. Quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo del design?
S.H. Sono stato a Milano la prima volta nel 2007 con l’università per una mostra in Tortona, e poi ho partecipato più volte al Salone Satellite. In seguito, ho iniziato a lavorare con Moroso e con altre importanti aziende italiane come Cappellini.
D.S. E l’esperienza con Stella McCartney che tracce ha lasciato nella tua attuale vita progettuale?
S.H. Ho lavorato da Stella McCartney 20 anni fa, nel 2003/2004. L’approccio progettuale nella moda è diverso rispetto all’arredamento e al product design, ma ho imparato molto sui dettagli, sul materiale e anche sul modo di selezionare i colori. È sicuramente un’esperienza che ha lasciato una traccia importante nel mio lavoro.
D.S. Qual è il tuo processo creativo? In che modo le tue idee si trasformano in progetti?
S.H. Nel processo creativo amo l’esperienza. Il design è guidato dal contesto e dal modo in cui siamo cresciuti. Naturalmente c’è anche tanta ispirazione. E poi tutto questo viene mescolato.
Da una parte penso che sia fondamentale creare una buona storia, qualcosa di molto personale seguendo il proprio istinto. Dall’altra ritengo che sia necessario trovare l’azienda adatta a sviluppare quella storia: dallo schizzo di un’idea ai modelli 3D, fino al prodotto finale da presentare.
D.S. Segui questo processo con qualsiasi tipo di prodotto?
S.H. Sì. Il prodotto è fatto di storie uniche. Deve essere responsabile, sostenibile, ben fatto. Ha a che fare con il luogo di produzione, le persone che lo realizzano, l’approvvigionamento dei materiali, la possibilità di ripararlo, di riciclarlo, ecc. Ci sono molti aspetti da considerare durante lo sviluppo di un prodotto.
D.S. C’è un fil rouge che unisce tutti i tuoi progetti?
S.H. La lavorazione artigianale. Quando ho sviluppato il primo progetto per Moroso, e anche il tavolo per ClassiCon con il vetro e l’ottone, a guidarmi è stato l’aspetto umano della produzione, il dietro le quinte. In tutti i miei prodotti sono fondamentali il materiale e la tattilità. Il design che è in contatto con tutti i nostri sensi. Si tratta di emozioni create artigianalmente e noi vogliamo toccare tutte le emozioni della persona.
D.S. Passiamo alla tua collaborazione con Ento. Quali sono gli aspetti da considerare quando si progetta una maniglia?
S.H. La maniglia è sempre il primo contatto: quando entriamo in casa o in una stanza d’albergo, oppure quando andiamo a trovare un amico. La sensazione che proviamo, quando la tocchiamo, è importante. Si crea un dialogo con la maniglia. È un prodotto emozionale.
Hansa è la prima maniglia che ho progettato. Si tratta di un prodotto legato all’architettura. Il nome fa, infatti, riferimento al complesso Hansaviertel, un progetto di edilizia sociale a Berlino di rilievo internazionale.
D.S. Come nasce la collezione Hansa?
S.H. Abbiamo cominciato il progetto nel 2022, in autunno. Siamo partiti da una serie di schizzi, poi abbiamo realizzato molte stampe in 3D in studio. All’inizio abbiamo seguito diverse direzioni, usando i progetti in 3D per trovare la giusta lunghezza, le proporzioni, lo spessore, le curve. Per capire il modo in cui il pollice entra all’interno della curva nella parte anteriore e le dita nella parte posteriore. Come ci si sente a toccarla, a premerla, a girarla. Il risultato è una maniglia dalla forma molto regolare, con una curvatura sottile all’interno. Una maniglia gentile.
D.S. Veniamo agli altri tuoi progetti per la Milano Design Week 2023. Puoi raccontarci qualcosa sulla tua collezione per La Manufacture?
S.H. Ho lavorato la prima volta per La Manufacture 3/4 anni fa. Abbiamo disegnato per loro un divisorio, un divano e una poltrona. Per la collezione presentata quest’anno, abbiamo creato un nuovo divano, Moss. Un imbottito dalle linee organiche reso estremamente accogliente e morbido dal tessuto. La superficie ricorda il muschio, ma su scala più grande. La collezione comprende anche Gem, una serie di tavoli in diverse altezze le cui basi sembrano composte da gemme o pietre sovrapposte, e la sedia Breeze.
D.S. Invece, per Pulpo presenti Samsa, una lampada che prende il nome dal protagonista de “La metamorfosi” di Kafka. Perché questa associazione? E come nasce il progetto?
S.H. È un progetto che ha a che fare con il cambiamento. Ho usato vecchi elementi di alluminio che ho fuso per creare una nuova lampada. Si tratta, dunque, di una metamorfosi come quella di Samsa. Un progetto che pone riflessioni importanti sul riutilizzo dei materiali.
D.S. Il tuo progetto a cui sei più legato?
S.H. È difficile da dire. Ci sono così tanti prodotti a cui dedichiamo tempo con il nostro team. Ma onestamente la maniglia era qualcosa di nuovo per noi e, quindi, di molto interessante. È stato importante per me anche il progetto per La Manufacture.
D.S. Un progetto che vorresti realizzare?
S.H. Ci sono sempre idee, oggetti che mancano. Abbiamo realizzato una collezione per Duravit che ha vinto il German Design Award per il miglior bagno. Ora vorremmo disegnare una cucina, una cosa che non abbiamo mai fatto.
D.S. La casa è diventata centrale per tutti noi in questi ultimi anni. Ci puoi raccontare com’è la tua casa?
S.H. Ho una terrazza sul tetto che abbiamo apprezzato molto durante il lockdown. Oggi la casa non è solo all’interno, ma anche all’esterno. In casa ci sono alcuni dei nostri prodotti, progetti di amici, pezzi vintage e molti oggetti che abbiamo scovato durante le nostre vacanze in India, Colombia, Thailandia. Un mix autentico e piuttosto colorato.
D.S. Qual è il tuo rapporto con Milano? Come hai vissuto questa settimana?
S.H. Prima di tutto è bello essere tornati. È molto animata, un crocevia del design, con persone provenienti da tutto il mondo proprio come 4 anni fa. È incredibile incontrare persone, amici, giornalisti e clienti, vecchi e nuovi. È un grande festival del design. Un evento davvero unico e bello.