Perché andare alla fiera del design di Stoccolma?
Premetto che frequento la fiera del design di Stoccolma ininterrottamente dal 2011. Ci vado ogni anno e non mi stanco mai di vederla.
Così, di ritorno dalla Stockholm Furniture Fair 2024, ho deciso di scrivere questo articolo. Un articolo che ribadisce le ragioni per cui la fiera del design di Stoccolma è una delle mie preferite e perché non mi abbiano ancora stancato né la fiera in sé, né il design nordico.
Ecco dunque le mie ragioni. Partiamo dalla Fiera…
Le ragioni per cui amo la Stockholm Furniture Fair
La Stockholm Furniture Fair mi piace per diverse ragioni che posso riassumere in una. La competenza (e la passione) degli organizzatori che hanno trasformato la fiera da evento puramente “business” a evento di promozione (anche e soprattutto “culturale”) del design in genere e del design scandinavo in particolare.
Chiunque conosca la Stockholm Furniture Fair può confermare che si tratta di una fiera bella, a misura d’uomo, rilassante, accogliente, che ti fa sentire a tuo agio… proprio come fossi a casa tua!
Le ragioni? Innanzitutto la fiera di Stoccolma non è molto grande, soprattutto rispetto ad altre fiere più blasonate (e l’edizione 2024 è ancora più piccola del solito). Questo a dimostrazione che la qualità conta più delle dimensioni…
In secondo luogo, è ben organizzata ed è ricca di eventi e talk di altissimo livello.
Poi perché seleziona solo espositori di qualità, perché fa un grosso lavoro di scouting, perché non divide i brand di serie A e quelli di serie B o C. ma dà a tutte aziende, grandi o piccole che siano, le stesse opportunità. Perché coinvolge gli studenti di design e i giovani designer autoprodotti dando loro la stessa visibilità dei grandi brand… Vi basta?
In poche parole, perché si percepisce con grande chiarezza che questa fiera si fonda su un ottimo progetto culturale e non solamente su basi commerciali. Le ragioni del business non prevaricano quelle del progetto e questo, piaccia o no, alla lunga è un elemento di forza (e di distinzione) straordinario!
Ma vediamo queste ragioni nel dettaglio.
1. La selezione degli espositori.
Le aziende che espongono a Stoccolma sono tutte di altissima qualità. Ci sono brand “storici” ma anche molti a me completamente sconosciuti, che si affacciano in fiera per la prima volta. Non è bello che una fiera sappia sorprendere ogni anno i propri ospiti con nuove interessanti proposte, senza dare nulla per scontato ma lasciando spazio alla voglia di novità?
A me piace scoprire aziende poco conosciute, scoprire nuove realtà, amo farmi stupire da novità inaspettate. Questa è la principale ragione per cui ogni anno, dal quando nel lontano 2011 ho aperto Design Street, viaggio per l’Europa alla scoperta delle design week più importanti. È qui infatti, più che nelle fiere, che si scoprono i nuovi designer, i nuovi brand, i prodotti più interessanti e innovativi. Ebbene. Per me la Stockholm Furniture Fair rappresenta un imperdibile evento di design internazionale più che una tradizionale fiera del design…
2. L’accessibilità ai padiglioni del design.
Quello che mi piace poi della fiera del design di Stoccolma è che non è divisa per “compartimenti stagni”. La presenza di brand poco conosciuti vicino a aziende molto importanti, ci fa capire come per la Stockholm Furniture Fair nulla sia scontato.
Viene immediato il confronto con il Salone del Mobile di Milano, dove alcuni padiglioni sono “blindati” e l’accesso da parte di brand poco conosciuti sembra essere pura utopia…
3. L’attenzione alla qualità dell’esposizione
Come potete vedere dalle immagini che ho scattato, a Stoccolma c’è un grandissimo gusto per lo styling, per l’uso del colore, una grande cura nell’esporre i prodotti. Che non vengono esposti (come siamo abituati a vedere) né come in un museo, con i singoli oggetti da ammirare al di fuori del contesto, e nemmeno con la ricostruzione degli ambiente reali, con stand trasformati in appartamenti perfettamente arredati.
Alla fiera del design di Stoccolma gli stand sono semplici ma curati nel minimo dettaglio. I prodotti vengono valorizzati giocando sulle suggestioni, evocando atmosfere, puntando sugli abbinamenti cromatici (in questo gli scandinavi sono maestri!).
Infine gli stand sono tutti aperti. Visitare la fiera del design di Stoccolma è come fare una rilassante passeggiata nel design. Il contrario di quello che, purtroppo, vediamo molto spesso al salone del Mobile di Milano dove le aziende erigono muri a protezione dello stand, dove per entrare devi accreditarti in anticipo e fare spesso lunghe code. Il concetto di stand “fort Apache” italiano non mi è mai piaciuto e girando per la fiera di Stoccolma mi rendo conto di quanto sia meglio questa apertura all’esterno piuttosto della chiusura su se stessi.
4. Lo scouting dei giovani talenti
Una delle mie tappe preferite alla Fiera del Design di Stoccolma è da sempre Greenhouse. La “serra”, un nome bellissimo per la sezione dedicata alle scuole di design e ai designer emergenti.
Qui trovo ogni anno ottimi progetti da tutto il mondo (dalla Corea agli USA, dalla Spagna alla Germania, dai Paesi scandinavi a ai Paesi baltici…), riuniti in un’isola della creatività. Una fiera nella fiera, dove gli spazi espositivi vengono affittati ai più meritevoli a un prezzo “politico”. Poco più che un rimborso spese. Bello, no?
La visita alla Greenhouse è per me il momento finale, il dulcis in fundodella mia visita in fiera e ogni anno vi dedico molto tempo. Per scoprire, per conoscere, per scambiare idee con i designer e con gli studenti presenti.
E anno dopo anno mi rendo conto di quanto sia fondamentale che un’evento dedicato ai nuovi talenti creativi designer sia oggetto di una rigida selezione e di un importante lavoro di scouting.
Ne sono più che convinto. Ho partecipato a troppi eventi dedicati ai giovani designer dove queste 2 regole fondamentali mancano totalmente, per sottovalutazione, per incapacità o per mancanza di volontà.
È un principio sbagliato che danneggia l’evento e i designer stessi. Perché senza una rigida art direction e un serio lavoro di scouting, qualsiasi evento di design rischia di trasformarsi in un discutibile mercatino dell’artigianato. E i designer più meritevoli si trovano spesso circondati da mediocrità e improvvisazione quando non vengono addirittura esclusi per i costi di iscrizione eccessivi. E non parlo solo del Salone Satellite di Milano…
Le ragioni per cui amo lo stile scandinavo
Concludo ricordando che la Stockholm Furniture Fair è la più grande fiera al mondo dedicata al design scandinavo. Uno stile che amo da sempre mi affascina! Non tanto per un mio gusto personale (la casa dove vivo non ha nulla di stile nordico…), bensì perché riconosco quello scandinavo come uno degli stili di design più interessanti, riusciti, coerenti (e tra i più longevi) nella storia dell’arredamento.
Lo amo per due ragioni. Per la ricerca dell’essenzialità, della purezza, dell’anima stessa dell’oggetto. E per la grande sua attenzione al dettaglio. Non inteso come aggiunta decorativa, ma piuttosto come tocco creativo e personale del designer che sa trovare la bellezza nella semplicità.
In questo lo stile scandinavo è molto simile a quello giapponese.
Ecco perché lo stile scandinavo è senza tempo. Ed è per questo che molti arredi, disegnati negli anni 50 e 60, sono ancora best seller non solo in Scandinavia ma nel mondo intero.