La collezione creata dall’atelier romano Madlen Ceramics celebra la connessione tra cibo e materia, ispirandosi ai sassi levigati dall’acqua
Reinterpretare la tavola con nuovi gesti e rituali. È da questa riflessione che nasce Stone Table, l’ultimo progetto firmato da Madlen Ceramics, l’atelier creato nel 2018 dalla designer e ceramista romana Cristina Firotto, che è stato presentato a Edit Napoli 2024. Una collezione di cinque elementi in ceramica, che prendono la forma di piatti, ciotole, salsiere-oliere e vasi gemelli, tutti contraddistinti da un’anima fortemente materica che evoca i sassi levigati dall’acqua. Definiti da forme organiche e sinuose, i pezzi della collezione richiamano infatti la forza primordiale della roccia, con curve fluide che sembrano scolpite dallo scorrere di un fiume.
La perfetta imperfezione della natura
Risultato del minuzioso lavoro sulla materia condotto da Cristina Firotto, Stone Table è una collezione tattile che invita le mani a esplorare superfici che alternano la ruvidità naturale al liscio levigato dello smalto. Un’esplorazione della materia che nelle creazioni di Madlen Ceramics si lega sempre a una storia o a un ricordo. Come avviene con le madeleine di Proust, i dolcetti attivatori di memorie del passato, da cui lo studio prende il nome. Le parole, le gestualità, le passioni, i ricordi e il vissuto quotidiano della designer sono infatti l’ispirazione da cui prendono vita le collezioni. Mentre il cuore della ricerca è nel rapporto tra la pelle e l’argilla, materia viva che si tramuta in ogni fase della lavorazione. Un rapporto che dalla pelle arriva fino all’anima degli oggetti, affidando a ogni impronta nella ceramica un dialogo intimo tra l’oggetto e il cibo che ospita.
Ispirati alla perfetta imperfezione della natura, i pezzi che compongono Stone Table rendono, dunque, omaggio alla trasformazione della materia e alla sua intrinseca energia. Per ritrovare una connessione profonda con la natura e riflettere sui gesti quotidiani, antichi e nuovi. Alla ricerca di un nuovo modo di celebrare il rito del cibo, che invita alla lentezza e alla consapevolezza.