Il designer israeliano Dan Spiegelmann invita tutti a entrare nel suo confessionale mobile per buttare fuori tutto quello che tormenta la nostra anima.
Quante volte abbiamo avuto la voglia di urlare un nostro segreto, o ammettere a noi stessi un pensiero?
Quanto poco conosciamo delle persone e quanto poco ci accorgiamo che siamo tutti uguali?
“Non so cosa fare nella vita”, “Ho dei dubbi sulla mia sessualità”, “Parlo con me stesso tutto il tempo”, “Sto passando un brutto momento”…

Il progetto insolito di Dan si basa proprio su questo pensiero: invitare le persone ad avere un attimo di sollievo e svelare i propri segreti senza essere giudicati.

Mobile Confessional

In ebraico si dice “un dolore condiviso è un dolore dimezzato”. Nasce così Mobile Confessional, una scatola vagante che invita le persone a entrarci dentro una ad una per buttare su un Post it colorato i propri pensieri.

Senza alcuna firma e in maniera completamente anonima, frasi e parole riempiono le pareti di quel piccolo spazio che diventa magicamente un luogo dove poter essere se stessi.
Scrivere e condividere qualcosa che teniamo dentro di noi ci fa sentire più sollevati, meglio. È persino costruttivo anche per chi dopo entra dentro, perché potrebbe non sentirsi più solo e abbandonato.

Siamo tutti uguali, tutti che condividiamo le stesse paure, ma abbiamo solo paura di parlare.
Un progetto che analizza come si muovono le persone, analizzandole nel loro aspetto socio-culturale.

www.talgur.com
www.dspdesign.co.il

Author

Chiara Gattuso vive a Milano, ma porta nel suo cuore il calore della sua Palermo. Specializzata in Storia dell’Arte e laureata in Disegno Industriale a Palermo e in Design del Prodotto per l’innovazione al Politecnico di Milano, si occupa soprattutto di giovani designer.

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