Qualche giorno fa abbiamo parlato dell’appendiabiti Coat Hanger di Vukašin Vukobratović, trasformato in segnale stradale (o viceversa). Salvatore Aiello, designer italiano, ci ha segnalato il suo progetto, datato 2007, simile nella forma ma non nella funzione.
Si tratta ancora di un sistema segnaletico, stavolta sicuramente più colorato, e in ogni caso personalizzabile, con i “cartelli” posizionabili a piacere e disponibili anche con nomi propri. Questa volta però è utilizzato come elemento illuminante. “Sing” di Salvatore Aiello infatti è una lampada, disponibile nella versione a sospensione o da terra, con telaio in acciaio cromato e paralumi in pvc. Un progetto che nel 2008 è stato prototipato e depositato all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi.
Purtroppo, o per fortuna, di casi in cui i designer propongono progetti simili ce ne sono tantissimi. Forse perché le fonti di ispirazione sono le stesse e circondano tutti noi, forse perché i gusti sono semplicemente simili, ma l’importante è che ci siano diverse articolazioni, che ogni caratteristica o dettaglio porti la firma del suo ideatore. Banalmente, potremmo dire che il mondo è bello perché è vario, e in fondo questo è un vantaggio per gli utenti, che avranno ampia libertà di scelta anche su quei prodotti così particolari che se però esistessero in un’unica forma diventerebbero omologanti.
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Si, di idee simili ce ne sono molte, è difficile inventare qualcosa di nuovo, ma il caso che mi ha fatto più pensare è questo: vincitore del concorso Le Briccole di Venezia il progetto BITTA, nel numero di DOMUS di questo mese c’è la pubblicità di una lampada da esterni che si chiama BITTA, diversi i progettisti, e comunque presentata in aprile 2011, al concorso di Lissone secondo premio ad una “seduta” che comunque ripete il concetto di BITTA……