DesignLab di Leroy Merlin: il primo contest di design in stile “ready made” fatto in casa. Eleonora Musca è tra i cinque finalisti con il progetto Lumiére, una serie di candelabri realizzati con tubi del gas in rame, presentati in anteprima a Milano.
Nella sede di Bologna una novantina di progettisti e designer hanno partecipato alla prima edizione di questo concorso, che richiedeva la creazione di nuovi oggetti servendosi di qualsiasi prodotto o componente per il fai da te disponibile sugli scaffali, secondo la logica consolidata in arte e nel design del “ready made”, in questo caso del tutto fatto in casa.
Come il famoso sgabello di Achille Castiglioni con il sedile preso da un trattore, allo stesso modo Eleonora Musca – giovane designer bolognese con laurea all’ISIA di Faenza – ha intravisto in normali tubi del gas in rame con diametro da 22 mm, il potenziale per dare vita ad una nuova idea per un candelabro da tavola, da cui è scaturita una serie molto diversificata.
Mediante l’assemblaggio di tubi e raccordi, semplici stecche in legno e nastro adesivo telato, con la sola aggiunta di colla a caldo -tutto appunto trovato in casa Leroy Merlin-, si possono realizzare configurazioni che, grazie anche alla piacevolezza e particolarità del rame, mostrano come l’insieme risulti maggiore della somma delle singole parti per quello che materialmente sono, occultando in alcuni casi anche l’immagine “self-made”.
Per un test preventivo alla diffusione al pubblico, Leroy Merlin ha organizzato nello spazio Open di Milano, un evento di presentazione con tanto di prova pratica, in cui la designer ha fornito a tre blogger del settore strumenti e indicazioni per il corretto montaggio di diverse soluzioni di candelabro.
I soggetti del test, con varie propensioni al fai da tè, hanno condotto al termine l’impresa in tempi accettabili, mostrando un certo grado di fattibilità nel trasferire l’idea dal piano del progetto a quello di una possibile traduzione commerciale, da avviare nei vari punti vendita della catena.
Oltre alla piacevolezza della giornata, va posto in evidenza il valore del progetto Lumiére non solo sotto l’aspetto formale e funzionale, ma anche per aver dato riscontro alle impellenti esigenze di recupero e riciclo di materiali e componenti, che il design di oggi, ma anche buona parte del mondo delle produzione, non sembra tenere nella giusta considerazione.
Interessante, va detto, è anche l’attenzione che un grande gruppo ha scelto di rivolgere al settore del design, offrendosi al contatto con quella parte di progettisti operanti con nuove modalità di autoproduzione e start-up innovative, che difficilmente riesce a trovare una sponda nella compagine dei tradizionali player del settore, sempre più coinvolti dalle logiche del lusso e della moda.