Marmomac 2017

Quest’anno ho visitato Marmomac 2017, la più importante fiera al mondo dedicata ai materiali lapidei e alla loro lavorazione, con uno sguardo privilegiato e diverso dal solito. Quello di giurato del premio “Best Communicator Award”, istituito da Veronafiere nel 2007.

Già nell’edizione Marmomac 2016 ero stato chiamato come moderatore della conferenza stampa di presentazione della 51ª edizione, ma quest’anno il mio ruolo “istituzionale” è entrato nel vivo della manifestazione.

E così martedì sono arrivato a Verona in buona compagnia degli altri giurati con cui ho avuto l’onere (ma anche il piacere) di valutare l’exhibit design di oltre 1600 espositori.

Con me c’erano il giornalista Giorgio Tartaro, presidente della giuria. L’architetto Cinzia Anguissola Scacchetti, il vicedirettore di Domus Donatella Bollani e il consulente internazionale del settore lapideo Piero Primavori.

Una bella squadra affiatata che in due giorni si è passata in rassegna gli oltre 10 padiglioni che compongono la fiera Marmomac alla ricerca dei 24 brand, italiani e internazionali, da candidare ai premi.

Un’esperienza davvero interessante perché questo ruolo di giurato, insieme al vivace confronto con i colleghi della giuria, mi ha dato l’occasione di scoprire un lato per me inedito di questa fiera che conosco e frequento da oltre 20 anni.

Una bella scoperta (finalmente!)

La più grande sorpresa è stata rendermi conto di come questo universo, storicamente affine all’arte, all’architettura e un po’ anche all’artigianato, si sia avvicinato, passo dopo passo, a quello del design e della comunicazione. Due mondi le cui traiettorie fino a pochi anni fa parevano completamente separate. I soli contatti si potevano osservare, nel cielo del design, nei rari momenti di sovrapposizione fra la creatività di pochi designer e il coraggio di qualche azienda.

Io stesso, pur amando tantissimo il marmo e le pietre naturali (insieme al legno sono i miei materiali preferiti in assoluto) non ritenevo possibile questa svolta. Non riuscivo a immaginare quello che oggi invece ho toccato con mano. E con mia grande soddisfazione, mi sono reso conto di aver avuto torto.

Certo, c’è ancora molta strada da fare, ma molta ne è già stata fatta. Ricordo le mie critiche (piuttosto recenti) a diverse opere presentate all’interno delle cosiddette “mostre collaterali”. Realizzazioni in marmo fatte da grandi architetti e designer. Impressionanti, niente da dire. Belle, avveniristiche, realizzate con tecnologie all’avanguardia. Ma spesso di imponenti dimensioni e, ovviamente, molto pesanti e per questo poco proponibili. E poco compatibili con il design che, come ci hanno insegnato i grandi maestri, è anche (se non soprattutto) funzione. Installazioni artistiche dunque, sperimentazioni, pezzi unici, ma difficilmente considerabili oggetti di design.

The Italian Stone Theatre

Devo ammettere che questa ultima edizione mi ha piacevolmente colpito. Sia nel livello degli stand, che abbiamo valutato ad uno ad uno, sia nelle realizzazioni in pietra create dalle aziende. E ancora di più mi ha colpito la mostra “The Italian Stone Theatre”, all”interno di Marmomac 2017, dove diversi designer interpretano il marmo.

Finalmente in chiave di design, con pezzi di grande effetto, ben disegnati e soprattutto “possibili”. Belle le sperimentazioni di Raffaello Galiotto che ha mostrato, con le sue opere, quanto sofisticate siano oggi le tecniche di lavorazione (anche 3D) della pietra.

Belli anche i progetti che i designer hanno presentato nella mostra.

Tra questi, i lavori di Paolo Ulian, Lorenzo Damiani, Pio e Tito Toso, Palomba + Serafini, Odoardo Fioravanti e di molti altri.
Per la prima volta, forse, i progettisti hanno pensato a realizzare un oggetto da “vendere” e non solo da ammirare. E sappiamo che il design che non trova spazio nel mercato è un fallimento sia per il designer, sia per l’azienda che lo realizza.

Un grande segno di responsabilità e di maturità per i designer che, finalmente, hanno messo in secondo piano il proprio ego a favore di una ricerca più umile e più utile.

Quella che li ha portati a creare oggetti “vendibili”. Ecco la chiave, l’uovo di Colombo. Un modo giusto, probabilmente l’unico possibile, per far entrare a pieno titolo un materiale tanto bello quanto difficile come il marmo nel mondo del design. Ben arrivato, dunque, e in bocca al lupo.

La premiazione è avvenuta il 28 ottobre proprio all’interno dell’Italian Stone Thatre in occasione della Marmomac Night.

La premiazione del Best Communicator Award durante di Marmomac 2017. Sul palco Elenoire Casalegno e Giorgio Tartaro

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