Design Street intervista la designer Monica Graffeo.
DS: Quando hai capito che avresti fatto la designer?
MG: Dopo il primo anno di matematica all’Università, che a quel punto ho lasciato, leggendo la rivista Modo e in particolare un articolo di Cristina Morozzi che mi ha illuminato.
DS: Ci racconti la tua giornata tipo… come lavori, quando progetti, da dove prendi ispirazione?
MG: Per me tutto parte da una fase preliminare di studio piuttosto importante da cui traggo le linee guida per il progetto. Lavoro molto con il web soprattutto blog e portali, ma anche con la vita vera e le problematiche di tutti i giorni. Mi piace trovare dei libri inerenti al progetto su cui sto lavorando e leggerli parallelamente alla ricerca.
DS: Il web cresce sempre più come fonte di informazione. Che caratteristiche deve avere un blog o un web magazine di design oggi?
MG: Posso dire quello che vorrei trovare io: informazione vera e non copiata e incollata o superficiale, mi piacerebbe trovare sul web dell’informazione piuttosto specifica, che citi fonti (autorevoli), anche libri perchè no??? La bibliografia è fondamentale. Temo una eccessiva superficialità e banalizzazione dell’informazione.
DS: Chi sono i tuoi maestri (in qualsiasi ambito) design, pittura, architettura, cinema…
MG: Munari, Mari, Magistretti, Kieślowski, Fellini, Wittgenstein.
DS: Perché oggi ci sono ancora pochissimi nomi nel design al femminile?
MG: Non ne ho proprio idea. Me lo domando tutti i giorni, penso la cosa sia legata alle priorità che una donna si dà rispetto ad un uomo e al fatto che il mondo al maschile fatica a capire le difficoltà di essere donne (e madri) oggi e di cercare soluzioni.
DS: Secondo te è indifferente se un prodotto è disegnato da un uomo o da una donna o vedi approcci e sensibilità diverse?
MG: La differenza sta solo nel rapporto umano che si instaura con il cliente e forse nelle modalità in cui il progetto viene portato avanti, per il resto la questione non esiste.
DS: Cosa consiglieresti a un giovane che intraprende questa professione?
MG: … di fare questo lavoro con passione e con una visione quasi messianica del design come strumento per migliorare il mondo e di essere fonte di cultura per le aziende.
DS: Quali sono i tuoi nuovi progetti?
MG: Sto lavorando a dei nuovi concept per il bagno e l’accessoristica bagno, sto progettando un sistema luce, una collezione di stufe, e sistemi di gestione dell’ordine all’interno della casa, una hall di un’albergo.
DS: Design sinonimo di estetica – allegro, friendly, ironico – e design sinonimo di funzionalità: due scuole di pensiero che oggi convivono… Tu cosa ne pensi?
MG: Non condivido questa definizione, la mia visione del design parte da una riflessione sul senso delle cose; il design è un pensiero che si incarna nel reale, ovviamente per questo deve avere una forma e per aver senso di essere messa in produzione, una funzione, ma anche la forma stessa può essere una funzione, quando può migliorare il vissuto delle persone anche in senso proprio di evoluzione biologica come attestano autorevoli studi nel campo delle neuroscienze.
DS: Quali pensi che siano le aree di maggior interesse per il futuro?
MG: La salvaguardia del pianeta e delle persone.
DS: Le tre parole d’ordine del design contemporaneo
MG: Senso, qualità, matericità… per me.
DS: Qual è l’oggetto che più di ogni altro rappresenta la contemporaneità?
MG: Interpreto questa parola come attualità: secondo me la siringa per fare i prelievi oggi perchè è facile da usare, veloce, ben disegnata e colorata. Ha migliorato la vita a un sacco di gente!
DS: C’è qualche pezzo che ti piacerebbe disegnare, con cui vorresti cimentarti?
MG: Una cucina per chi cucina tutti i giorni, oggetti e arredamento per ospedali, progetti educativi per bimbi.
DS: Come definiresti la tua casa?
MG: Una casa vacanze, piena di luce e di ombre soffuse, con diverse situazioni in cui sentirsi sempre a proprio agio, pulita, ma informale e molto sensoriale.
DS: Un libro, un film, un brano musicale.
MG: Film blu di Kieślowski, the boatman Nike Cave, la scopa del sistema David Foster Wallace
LA TUA TOP 5 (I 5 pezzi di design di tutti i tempi, famosi o anonimi…)
la siringa per i prelievi, il mac book, i sanitari di starck per duravit, la tolomeo, la penna bic.