Stavo per mettermi a scrivere un editoriale sulla premiazione del XXIII Compasso d’Oro ADI, il più prestigioso premio italiano di design e uno tra i più importanti riconoscimenti al mondo. Ma poi mi sono ricordato che ne avevo scritto uno sulla cerimonia di 3 anni fa e sono andato a rileggerlo. Così ho pensato che era inutile riscriverlo. L’ho copiato e incollato. Tanto l’unica cosa che è cambiata è la città (Milano e non più Roma) e la data. Per il resto ogni commento è superfluo.

ECCO I NUOVI COMPASSI D’ORO. COSA NE PENSATE?

Sono stati assegnati i XXII Compassi d’Oro: gli “Oscar del Design”, per i designer e le imprese che hanno realizzato i migliori prodotti del triennio 2008-2010. Forse un po’ più di coraggio non avrebbe guastato… La premiazione del Compasso d’Oro 2011 appena conclusa ha coinvolto il gotha del design italiano e ha “scomodato” una giuria internazionale che ha selezionato i vincitori (designer e imprese) che hanno realizzato i migliori prodotti del triennio 2008-2010, 77 menzioni d’onore ad altrettanti prodotti di ogni settore, 6 premi alla carriera assegnati a designer italiani, 3 premi assegnati a figure del design internazionale e un premio speciale al design dei servizi. Infine nella sezione Targa giovani sono state consegnate 3 targhe e 10 attestati ai migliori progetti realizzati dagli studenti delle scuole di design italiane. Tralasciamo i progetti e concentriamoci sui premi ai prodotti di design. Certamente si tratta di progetti di indiscutibile valore, ma per essere sinceri ci saremmo aspettati un maggiore coraggio nelle scelte. A guardare bene infatti, sia tra i designer sia tra le aziende troviamo sempre i “soliti noti”. www.adi-design.org Per la cronaca, i premi 2014 sono i seguenti:

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Design Street seleziona e racconta ogni giorno le idee più innovative e i migliori prodotti di design da tutto il mondo. Design Street è considerato uno dei più autorevoli blog indipendenti dedicati al design contemporaneo. Design Street ha vinto per ben 2 volte il premio "Best Design Media": nel 2017 e nel 2020.

3 Comments

  1. marco forloni Reply

    concordo con l’articolo, prodotti di scarsa o nessuna incidenza sociale, questi o altri nessuno si sarebbe lamentato

  2. Caro Rosati,
    un bell’articolo-inchiesta invece lo dovresti scrivere: sono tantissimi gli addetti ai lavori ormai da decenni poco convinti e insoddisfatti delle scelte operate da questo premio, che viene spudoratamente presentato come “il primo e più importante al mondo, l’equivalente nel design dell’Oscar del cinema”.
    Tra l’altro non è nemmeno vero che è il primo: storicamente il Good Design di Chicago è nato nel 1950, l’iF di Hannover nel 1953… e considerarlo un premio realmente internazionale è quantomeno improprio, essendo limitato a prodotti italiani disegnati da italiani, prodotti italiani disegnati da stranieri, prodotti stranieri disegnati da italiani…insomma prodotti di successo come l’iPhone non avrebbe mai potuto vincerlo, così come pure un prodotto della Dyson.
    Facendo un paragone calcistico, è un po’ come se si giocassero le partite di un campionato di design sempre nel nostro campo di casa, con un ct che schiera sempre i soliti giocatori, lasciando tanti altri in panchina…
    Ma siamo in Italia e questo non è altro che l’ennesimo specchio del nostro modo particolare di gestire le cose.

  3. F. Preguerra Reply

    I premi ADI vengono dati solo ad aziende e designer iscritti ad ADI.
    Sono anni che si vede chiaramente come i premi vengano distribuiti tra i soliti. La credibilità di questo premio è prossima allo zero, non è certamente paragonabile all’oscar (che pure fa scelte opinabili). ADI come istituzione è stantìa, non rappresentativa di un mondo che è cambiato molto e che non può dare i premi così e non può chiedere quote annue di iscrizione ad una associazione non rappresenta i designers o le aziende, ma solo sé stessa. Il premio ADI è come l’Oscar della TV consegnato da Daniele Piombi, una cosa apparentemente prestigiosa, nella sostanza coperta da uno spesso strato di muffa. E’ una cosa per pensionati,a differenza di Red Dot, IF e chi ne ha più ne metta, veramente rappresentativi e internazionali.

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